Nuova Sabatini 4.0: investimenti a tasso zero per le pmi

Lombardia in testa negli investimenti incentivati dal Mise: in 30 mesi raggiunti in regione 1,4 miliardi di euro. Il ruolo sempre più strategico del Fondo Centrale di Garanzia

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«L’obiettivo è di riformare il Fondo Centrale di Garanzia per trasformare questo fondamentale strumento di supporto al credito alle imprese, rendendolo più flessibile e più vicino alle caratteristiche dei vari territori, magari con un maggior coinvolgimento, anche in termini di risorse, delle Regioni». È stato questo, insieme alla Nuova Sabatini 4.0, il tema posto al centro del terzo appuntamento del ciclo di incontri “Approfondimenti di finanza – Scuola d’impresa”, organizzato dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.

FONDO CENTRALE DI GARANZIA
Operativo dal 2000 il Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese in quasi 20 anni di attività ha subito svariate mutazioni. Questo strumento, messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) per aiutare le imprese nell’accesso al credito, ha lo scopo di fornire garanzie pubbliche che si affiancano, e spesso sostituiscono, quelle reali portate da aziende e imprenditori. Ed è proprio grazie a questo Fondo, che di fatto si affianca ed in alcuni casi sostiene gli interventi a garanzia proposti dai Confidi, che le Pmi possono ottenere finanziamenti senza garanzie aggiuntive (come costi di fidejussioni o polizze assicurative) sugli importi chiesti a credito. Il recente progetto di riforma disegnato dal Mise, ha in calendario alcune radicali modifiche del funzionamento del Fondo di Garanzia. “La trasformazione riguarderà le modalità di selezione delle imprese ammissibili al Fondo”, ha spiegato Guglielmo Belardi, Presidente del Comitato di Indirizzo del Fondo di Garanzia governativo per le Pmi di MedioCredito Centrale. “Attualmente è basato sul credit scoring, cioè su indicatori di bilancio, mentre dall’anno prossimo si potrà utilizzare un modello di rating. Ovvero un modello statistico che potrà calcolare con una buona approssimazione le probabilità di default dell’impresa”. Questo permetterà, inoltre, di suddividere in fasce di rating le imprese e poter di conseguenza pianificare un intervento differenziato in base alla probabilità di rischio legate alla singola realtà. “Una delle motivazioni di questa riforma – ha poi precisato Belardi – è di stimolare le Regioni a cofinanziare il Fondo di Garanzia”.

NUOVA SABATINI INDUSTRIA 4.0: TASSO ZERO O NEGATIVO, OGGI È POSSIBILE
Altro efficace strumento messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico è la Nuova Sabatini, un intervento agevolativo “storico” e ormai strutturale, che ha l’obiettivo di facilitare gli investimenti delle imprese agevolandone i costi finanziari e di accrescere conseguentemente la competitività del sistema produttivo del Paese. “L’iniziativa, che di fatto rappresenta l’evoluzione della storica Legge 1329 del 1965, sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, nonché hardware, software e tecnologie digitali ed è rivolta alle micro, piccole e medie imprese su tutto il territorio nazionale”, ha spiegato Michele Crispino, dell’Area Promozione e Sviluppo Nuove Iniziative di MedioCredito Centrale. “Negli ultimi 30 mesi di operatività sono state presentate quasi 20mila domande dalle imprese – ha precisato Crispino – per un totale di quasi 19mila concessioni per oltre 367 milioni di contributo e oltre 5 miliardi di euro di finanziamenti deliberati”. Tra le regioni del nord Italia, che da sole costituiscono il 79% degli utilizzatori, la Lombardia spicca al primo posto per il ricorso a tale strumento di finanziamento. È di quasi 1,4 miliardi il valore degli investimenti resi possibili, fino ad oggi, tra le imprese lombarde grazie alla Nuova Sabatini. Segue il Veneto con un valore appena al di sotto degli 1,2 miliardi e l’Emilia Romagna con 700 milioni.

A livello di settori, invece, spiccano le attività manifatturiere, con quasi 2 miliardi di investimenti basati sulla Nuova Sabatini, seguite dai trasporti e attività di magazzinaggio (400 milioni). “Il 44% del valore totale degli investimenti – ha precisato Crispino – riguarda le piccole imprese, il restante 58% è suddiviso tra medie imprese (42%) e micro (14%)”.

La Nuova Sabatini è, comunque, rivolta a tutti i settori produttivi. In cosa consistono le agevolazioni del Mise? In finanziamenti di durata non superiore ai 5 anni, con importo compreso tra i 20mila e i 2 milioni di euro. “La banca o l’intermediario che decide di concedere il finanziamento alla Pmi – spiega ancora Crispino – adotta la relativa delibera e la trasmette al Mise che entro 30 giorni decide se adottare o meno il provvedimento di concessione del contributo”. Il contributo è pari al valore degli interessi calcolati (in via convenzionale) su un finanziamento della durata di 5 anni e di importo uguale al finanziamento concesso, ad un tasso di interesse che varia, a seconda della tipologia di macchinari acquistati: per gli investimenti ordinari è pari al 2,75%, mentre per quelli legati all’industria 4.0 sale al 3,575%. A conti fatti, con il livello odierno dei tassi a medio termine non è infrequente che l’investimento venga finanziato a tasso zero o anche a tasso negativo. Un bell’incentivo per chi intenda sviluppare, innovando, la propria impresa.

Per esempio per un investimento dal valore di 400mila euro, parliamo di un contributo ordinario di 30.870 euro, che salgono a 40.131 euro in caso di digitalizzazione dell’impresa.In altre parole, chi sceglie di investire in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, avrà un contributo maggiorato del 30%.

L’obiettivo è chiaro: stimolare la crescita dell’industria 4.0 nel Paese, come spiega lo stesso Michele Crispino: “La Nuova Sabatini serve, specialmente alle piccole e medie imprese, ad introdurre all’interno del proprio ciclo produttivo impianti di ultima generazione che permettano di ridurre i tempi di produzione e migliorare il processo e, di conseguenza, i risultati e i prodotti che da esso scaturiscono”.

«Solo qualche mese fa il nostro presidente Riccardo Comerio – chiosa il Responsabile dell’Area Credito dell’Unione Industriali, Marco Crespi – aveva lanciato una sfida alle imprese del territorio, dicendo che per digitalizzare le aziende servono 330 milioni di investimenti. La Nuova Sabatini appare come il veicolo giusto per centrare l’obiettivo: incentivare la manifattura digitale, incrementando l’innovazione e l’efficienza delle Pmi con le nuove tecnologie intelligenti ed interconnesse, è possibile. In altre parole, aprire i cancelli aziendali all’industria 4.0 conviene. E nemmeno poco».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Aprile 2017
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