Quando la Gazzetta soffiò il Giro d’Italia al Corriere

I primi grandi campioni del ciclismo eroico e la lotta fra i giornali agli albori di una stagione ancor oggi viva in una mostra iconografica e con modelli di biciclette storiche

Avarie

Ci saranno anche le Peugeot, e le Maino d’epoca, assieme alle uscite a tutta pagina della Gazzetta dello Sport che, nel 1908, soffiò l’idea del Giro d’Italia al Corriere della sera.

Storia di grande ciclismo e di rivalità fra giornali, competizioni sulle “tubolari” e a colpi di piombo tipografico che fecero nascere il grande mito del Giro, da cui nacque nell’edizione del 1909 anche la prima leggenda, quella di Luigi Ganna.

Tutto questo nella mostra “Giro 1909 – Mostra sul primo Giro d’Italia” a Orino dal 6 al 28 maggio nel palazzo comunale. L’ultimo piano, quello dove si tiene il Consiglio, sarà trasformato in una piccola bomboniera dove ci si potrà immergere nelle gesta dei padri di uno sport duro e che in quegli anni vide l’Italia entrare nell’olimpo delle grandi nazioni sulle due ruote, assieme a Belgio, Francia, Lussemburgo e Svizzera.

La mostra è stata realizzata da Luca Carraro, trasferitosi da pochi anni in paese e innamorato del ciclismo, praticato a livello amatoriale. Quarantotto anni, tre figli, ha percorso quasi 300 mila chilometri in giro per il mondo in sella alla sua bici.

«Mi sono appassionato di storia del ciclismo qualche anno fa leggendo alcuni libri e perdendomi in diversi approfondimenti – spiega Luca – . Dopo aver realizzato la mia prima mostra su Carlo Oriani, il ciclista che vinse il Giro nel 1913 ho deciso di esplorare e raccontare anche il primo Giro».

Anni di gloria, ma anche di “imboscate” fra giornali, come quella lanciata da “Micio” Angelo Gatti, un ex dirigente dell’azienda di biciclette Bianchi – uno degli sponsor del primo Giro (assieme al Tuoring Club) organizzato in segreto dal Corriere della Sera – che avvisò Eugenio Costamagna, direttore della Gazzetta. Era piena estate e Costamagna (che si firmava Magno) si trovava in villeggiatura a Mondovì, come pure Armando Cougnet, inviato del giornale e appassionato organizzatore di eventi sportivi, anche lui fuori Milano, a Venezia per affari.

Il giorno dopo vi fu una riunione urgente alla sede milanese della Gazzetta per decidere in tutta fretta che fare: il Corriere sta organizzando il Giro d’Italia? “Diciamolo prima noi”.

Così, il 24 agosto 1908, lunedì, il giornale annunciò con un titolo a tre colonne, sulle sei disponibili, la nascita del 1° Giro ciclistico d’Italia, con editoriale dello stesso Magno che abbozzò percorso e tappe. Il montepremi era di 25.000 lire di cui il Corriere, con grande fair play, mise a disposizione la copertura di 3.000 lire per il primo arrivato.

Avarie

E a tagliare il traguardo della prima edizione di questa corsa fu proprio quel muratore di Induno, Luigi Ganna, che si dice venisse anche qui in Valcuvia ad allenarsi. “Micio” Gatti, invece, fondò una nuova fabbrica di biciclette nel 1908, la Atala, assieme a Pellini.

La corsa non fu semplice da organizzare tanto che fino a pochi giorni prima erano iscritti solo una settantina di atleti: solo alla vigilia della chiusura degli elenchi, il 6 maggio, si arrivò ad un centinaio più, numero che permise di organizzare la gara a doppia classifica: una normale, per le bici che montavano i tubolari, e una per gli “smontabili”, dove era necessario più tempo per cambiare le ruote.

«Nella mostra in allestimento ci saranno i giornali d’epoca, come la Gazzetta dello sport, certo, e il Corriere della Sera ma anche diversi numeri della Domenica del Corriere con le tre illustrazioni che Achille Beltrame dedicò alla corsa nel mese di maggio 1909, e alcune copie de L’Illustrazione Italiana; esporrò anche un originale della Gazzetta del marzo 1909: tutto questo per mostrare come erano fatti i giornali dell’epoca».

Insieme alla parte giornalistica ve ne sarà una iconografica con le foto dei campioni del tempo: Petit-Breton, Galetti, Ganna e le immagini della corsa.

E saranno in esposizione anche alcune biciclette, quattro per l’esattezza: una è una ricostruzione di una bici con freno a tampone, che frenava sul copertone anteriore (il tubolare come detto era già stato inventato e prodotto, difatti i principali sponsor delle corse del tempo erano Dunlopp, Pirelli, Michelin e Hutchinson), più una Peugeot degli anni ‘20 e due Maino.

L’inaugurazione della mostra avverrà sabato 6 maggio alle ore 21. Orari: dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 14.
Pomeriggi e domeniche 7/14/28 su appuntamento. Info: Facebook “Giro d’Italia 1909.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

Un giornale è come un amico, non sempre sei tu a sceglierlo ma una volta che c’è ti sarà fedele. Ogni giorno leali verso le idee di tutti, sostenete il nostro lavoro.

Pubblicato il 28 Aprile 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.