Il doposcuola? Lo facciamo nell’orto

Parte il progetto del Comune in collaborazione con la Coop Agrisol per insegnare ai piccoli la cultura del buon cibo a chilometri zero. Con degli insegnanti speciali

Orto Marchirolo maggio 2017

C’è il cavolo nero, le zucchine, l’insalata. Le erbe aromatiche. Invece il sedano e il basilico stanno dentro a contenitori in plastica che possono essere messi sul balcone “proprio dove papà coltiva i suoi super peperoncini”.

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L’orto didattico di Marchirolo 4 di 14

I bimbi delle scuole elementari e medie di Marchirolo da qualche mese hanno come “professore di orto” Laerte, un giovane agronomo che avevamo intervistato tempo fa perché insegnava ai richiedenti asilo come lavorare la terra.

Oggi la cooperativa dove lavora – Agrisol, sempre impegnata sul campo dei migranti ma anche delle attività legate al verde – ha attivato assieme al Comune di Marchirolo uno speciale progetto che serve ai più giovani per non perdere il contatto con la natura e i frutti che le stagioni portano in tavola. Così nei circa 300 metri quadrati che stanno dietro alle scuole, da marzo i giovani studenti hanno cominciato a dissodare la terra, piantare e innaffiare semi e piantine che stanno per cominciare a dare i frutti.

«È un progetto che fa uscire i bambini dalla classe, che insegna loro l’importanza di coltivare la terra e di avere prodotti freschi sulle tavole di casa, per innescare un circuito virtuoso capace di coinvolgere anche i genitori», ha spiegato il sindaco di Marchirolo Pietro Cetrangolo.

Alla presentazione c’era anche Simone Maritan, di cooperativa Agrisol, che nel quartier generale di Caravate ha da tempo attivato progetti legati alla formazione dei richiedenti asilo.

Due di loro, oggi, ricevuto lo status di rifugiati, stanno lavorando proprio a Marchirolo: portano l’acqua, tolgono le erbacce, si occupano dei trapianti: tutto ciò che è in grado di fare un provetto giardiniere.
Anche loro faranno da modello ai ragazzi che così potranno godersi gli ultimi frangenti della scuola con qualche ora all’aperto e a contatto con la natura.

I prodotti così coltivati verranno portati a casa dai ragazzi e consumati, le erbe aromatiche serviranno alla vicina mensa comunale e periodicamente verranno organizzati mercatini per vendere gli ortaggi, così da auto finanziare il progetto.

Due in tutto i professori coinvolti in questa avventura: Maurizio Londino per le scuole elementari (le seconde classi) e Stella Sangiuliano per le medie.

E i bambini? come hanno preso questa piccola rivoluzione? Erano preparati?
«Sì, in molti, quando si parlava di orto, sapevano di cosa si trattasse – spiega l’agronomo Laerte Gamberoni – per fortuna qualche nonno e un po’ di papà che fanno l’orto ancora ci sono».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Maggio 2017
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