La nuova era del fotovoltaico industriale 

L'analisi di Andrea Grimaldi manager di Elmec Solar. «L’aria sta cambiando, lo dimostrano i dati finali dell’installato 2016, con un totale di 368,7 MW, pari ad una crescita del 22% rispetto al 2015»

In tantissimi all'Energy Independence Day di Elmec Solar

La vita si sà è una ruota, ciò che getti dalla finestra prima o poi ritorna e ti bussa alla porta d’ingresso più forte di prima. Questa regola generale vale anche per il fotovoltaico, tanto bistrattato nel periodo dei conti energia, considerato un mero investimento speculativo, un modo per arricchirsi “sulla bolletta degli italiani”, con tanto di bolla esplosa nel 2013 accompagnata da considerazioni generaliste del tipo “senza gli incentivi non ne vale più la pena”. Ebbene, l’aria sta cambiando, lo dimostrano i dati finali dell’installato 2016, con un totale di 368,7 MW, pari ad una crescita del 22% rispetto al 2015.

I FATTORI DEL CAMBIAMENTO
Sicuramente la leva principale verso l’incremento degli investimenti nel fotovoltaico è rappresentata dal crollo dei prezzi avvenuto dal 2010 ad oggi. Se durante i conti energia si parlava di circa 3.500-4000 €/kWp, oggi i prezzi si attestano intorno ai 1.100-1.400 €/kWp, in funzione della tecnologia impiegata e della conformazione del tetto.

In secondo luogo occorre ricordare l’evoluzione della tecnologia avvenuta negli ultimi anni: i moduli fotovoltaici sono passati da potenze di 170/200 Wp per pannello del 2010 agli oltre 330 Wp attuali, sono stati introdotti sul mercato inverter sempre più efficienti abbinati ad ottimizzatori in grado di ridurre al minimo eventuali perdite di performance, sistemi di monitoraggio evoluti in grado di fornire istantaneamente un quadro completo del fabbisogno energetico dell’utenza.

Infine non si possono non citare l’impatto avuto dalla semplificazione burocratica avvenuta negli ultimi anni e l’introduzione di un sistema di incentivazione fiscale, quale il Super-Ammortamento del 140%, che affiancandosi allo scambio sul posto (vendita in rete dell’energia non autoconsumata) consente tempi di ritorno economico inferiori ai 6 anni.

Al di là di questi cambiamenti, la grande novità è rappresentata dal cambio di mentalità che sta avvenendo non solo tra gli operatori del mercato ma più in generale nel comparto imprenditoriale e bancario: oggi il fotovoltaico deve essere visto come uno strumento per migliorare la competitività delle nostre aziende sul mercato, abbattendo i costi energetici ed utilizzando un asset tradizionalmente improduttivo come il tetto dei capannoni.

I SETTORI  A CUI IL FOTOVOLTAICO FA BENE
Sicuramente non è più un prodotto per tutti: come risulta da un recente report del Politecnico di Milano, i settori merceologici in grado di ottenere maggiori benefici dall’implementazione di un impianto fotovoltaico sono la gomma-plastica, la carta, metallurgia e siderurgia, bevande ed alimentari, tessile. Tutti accomunati da un unico fattor comune, gli elevati consumi di energia elettrica.

Un esempio di impiego virtuoso di risorse economiche per interventi di efficientamento energetico è dato dal caso di Usag – Monvalle (oggi Gruppo Stanley Black&Decker), azienda capace di cambiar pelle dal 2010 ad oggi grazie ad un programma di investimenti mirato alla riqualificazione energetica, ottenuta mediante l’installazione di lampade led e la recente inaugurazione di un impianto fotovoltaico da 19,9 kWp per l’autoconsumo.

 

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Pubblicato il 18 Maggio 2017
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