La Provincia vuole indietro lo stipendio degli assessori

Villa Recalcati è parte civile al processo che doveva inziare oggi e chiede ai 4 imputati anche di risarire l'ente perchè nel 2013 la giunta provnciale guadagnò troppo

Il nuovo Consiglio Provinciale

E’ stato rinviato al 6 luglio il processo che vede imputati l’ex ragioniere capo della provincia di Varese e tre revisori dei conti per i reati, a vario titolo, di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. La Provincia si è costituita parte civile e ha chiesto agli imputati anche un risarcimento per danno patrimoniale di 200mila euro, poiché con il bilancio del 2013 permisero di fatto agli assessori della giunta guidata da Dario Galli di percepire lo stipendio pieno.

La contestazione della Provincia deriva da una delle conseguenze che la procura ha elencato nel capo di imputazione. In sostanza se i revisori non avessero avallato quelle cifre la Provincia non avrebbe rispettato il patto di stabilità interno. E avrebbe dovuto ammettere che c’era un buco di bilancio. Secondo una norma delle legge finanziaria 183 del 2011, entrata in vigore nel 2012, questa passo falso doveva essere sanzionato con un decurtamento del 30% dallo stipendio di presidente e assessori. Ma il bilancio all’epoca fu scritto diversamente e dunque le indennità per i politici furono piene.

Il processo naturalmente dovrà accertare tutte queste contestazioni poiché le difese controbattono e negano la validità dell’impianto accusatorio. Anche fuori dal tribunale, nel consiglio provinciale, la Lega Nord contesta il buco di bilancio di 34 milioni quantificato dalla guardia di finanza. Si attende anche la sentenza definitiva della corte dei conti. Rimane evidente il fatto che le accuse riguardano una stagione politica ma davanti al tribunale penale gli imputati sono solo i tecnici. Ed è proprio a loro quattro che l’attuale Provincia sta chiedendo indietro i soldi.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 04 Maggio 2017
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