La psichiatra Michela Gecele ospite al “Caffè Letterario”
L'appuntamento è per giovedì 25 maggio, alle 21, alla Sala Monaco
Caffè Letterario Esperimenti per una nuova cultura, giovedì 25 maggio, alle 21 al Sala Monaco – Biblioteca di Busto Arsizio, è lieto di presentare la lectio magistralis “Contesti, patologie, bisogni, potenzialità: l’evoluzione della Psicoterapia della Gestalt” della dottoressa Michela Gecele, psichiatra, psicoterapeuta della Gestalt e direttrice dell’Istituto Internazionale di Psicopatologia e Psicoterapia della Gestalt (IPsiG), supervisore, membro del New York Institute for Gestalt Therapy, scrittrice, è autrice di numerose pubblicazioni, soprattutto nell’ambito dell’intercultura e della psicopatologia. Tra le pubblicazioni ricordiamo: Gli sfondi dell’alterità; Il futuro di Narciso. Siamo tutti narcisisti. Come ci evolveremo; La Psicoterapia della gestalt nella pratica clinica (a cura di Francesetti,Gecele, Roubal); L’altro irraggiungibile (a cura di Francesetti,Gecele. Prefazione di U. Galimberti). È inoltre autrice e scrittrice di libri gialli.
Dai film di Woody Allen a In treatment, dagli articoli di settimanali e riviste alle pagine del web, la psicoterapia è entrata nel linguaggio e nell’immaginario comune. Ci siamo abituati alla sua presenza. Eppure la sua nascita è recente. Perché partiamo da questa considerazione? Per dire che la psicoterapia ha un’origine, una storia e quindi anche un’evoluzione, come avviene per le cose umane. È un prodotto culturale, che cambia insieme alla società. Non è qualcosa di fisso, dato, statico. Come, d’altra parte, non lo sono le forme del disagio mentale, sempre specchio e riflesso della società che le costruisce o le scarta. Psicoterapia e forme del disagio, a loro volta, contribuiscono a plasmare le società.
La psicoterapia della Gestalt non fa eccezione, collocandosi pienamente in questo dialogo continuo con i contesti in cui si sviluppa. Contesti che la cambiano e ne sono cambiate e che contribuiscono a definirne la visione dell’uomo e del mondo. La differenza con altre forme di psicoterapia è che la Gestalt nasce e si sviluppa proprio a partire da un dialogo, incessante e consapevole, con il contesto sociale.
Facciamo qui un esempio un po’ estremo. È solo un esempio, valido per questo anticipo del dialogo e della conferenza. Nel corso dell’incontro, altre potranno essere le trame che ci accompagneranno, che ci aiuteranno ad allargare la consapevolezza di limiti, potenzialità, rischi, trasformazioni. Della vita. E della psicoterapia.
« Lo spettro dei fenomeni maniacali non è meno ampio di quello delle esperienze depressive. Possiamo collocarli in un continuum, fra benessere, sofferenza e patologia. Le manifestazioni maniacali, quando sono estreme, si collocano al di là anche dell’adattamento creativo. Si tratta di esperienze estreme, in cui l’umanità e la relazionalità toccano il limite. Eppure, come terapeuti, possiamo anche in queste situazioni andare oltre lo scacco e trovare strumenti di contatto e di lavoro».
Esplorare le diverse forme delle esperienze maniacali consente di ampliare gli strumenti diagnostici e terapeutici, anche questi in continua evoluzione, alla continua ricerca di dare forma, senso e direzione a una realtà che cambia. «Considerare anche le forme meno patologiche, quelle più vicine al benessere, ci permette di capire meglio anche esperienze della nostra quotidianità.
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