A Masnago si ricorda il bersagliere Vidoletti

Fu ferito e ucciso nel corso di una controffensiva sovietica nel 1941. Viene ricordato attraverso le pagine delle memorie del bersagliere Mario Croci

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Per molte famiglie, oggi, le scuole sono solo “le Vidoletti”. E molti ignorano chi è quell’A. Vidoletti alla cui memoria si è deciso di intitolare una delle scuole varesine.

Angelo Vidoletti era un tenente dei bersaglieri, un “giovane di ventun anni che aveva un viso tenero e nella vita avrebbe potuto fare tante cose” e che invece morì nella campagna di Russia nel 1941, ferito e finito sul posto da un commissario politico dell’Armata Rossa.

Per ricordarne la figura viene proposto mercoledì 10 maggio a Masnago (nella cripta della chiesa) un incontro promosso dall’associazione Il grappolo. Al centro c’è la presentazione del libro di Fiorenzo Croci In prima linea, con particolare riferimento appunto alla figura del giovane tenente varesino. Ad Angelo Vidoletti è intestata la scuola media di Masnago, a Mario Croci la palestra della stessa. Nel 75° della morte la sezione di Varese di A.N.M.I.G. (associazione mutilati e invalidi di guerra) ha sostenuto diverse iniziative, dalla tradizione corsa campestre alla pubblicazione di un libro scritto dai ragazzi della Vidoletti su tema l’amicizia, che sarà presenato a fine anno nella tradizionale festa della scuola.

In prima linea è il racconto in prima persona della vicende di Mario Croci, sergente dei bersaglieri nella Campagna di Russia (1941-43), raccolte e messe sulle pagine del libro dal figlio Fiorenzo. Croci, mobilitato fin dal fronte francese del 1940, era amico di Vidoletti. Nel suo memoriale racconta appunto anche la tragica scomparsa del tenente, ferito e ucciso nel giorno di Natale del 1941 nel corso della controffensiva russa di quell’inverno (che non si rivelò decisiva: il fronte fu sfondato solo l’anno successivo).

“E l’ordine  che ci arrivava – si legge nel libro di Croci – era di resistere, e su alcuni tratti della linea riuscimmo a tenere le nostre posizioni, su altri i russi sfondarono e così av­venne che i reparti di retroguardia, le seconde linee, i co­mandi, e anche le postazioni di infermeria si trovarono allo scoperto, e in una di queste avvenne la morte del tenente Angelo Vidoletti, che aveva combattuto alla guida del suo plotone, e ferito una prima volta alla gola aveva continuato dando l’esempio ai compagni, e poi una seconda volta al petto, e quando i russi irruppero in quell’isba improvvisata a infermeria Angelo si presentò al commissario e gli mo­strò il petto coperto di ferite, e quel giovane di ventun anni che aveva un viso tenero e nella vita avrebbe potuto fare tante cose e forse, per la sua bellezza, anche l’attore di ci­nema, lui che aveva avuto il padre decorato nella prima guerra mondiale e poteva essere raccomandato per star­sene a casa, e che anzi più volte era stato richiamato dal fronte ma non aveva voluto lasciare il suo plotone, quel giovane con il viso da James Stewart venne trucidato da un commissario russo, proprio come in un film, ma quella non era finzione, era realtà, e con una pallottola alla nuca l’attore non dice nemmeno le ultime parole per far pian­gere la platea… e di Angelo, mio compagno d’armi fin dal fronte jugoslavo, ancora oggi conservo la mantellina re­galatami da mamma Bice che per tanti anni andai a trovare dopo la guerra perché lei vedeva in me l’amico di suo fi­glio, l’immagine forse del figlio stesso”. Gli ultimi momenti di Vidoletti furono ricostruiti grazie al caporale Rigo, sopravvissuto alla fucilazione.

L’incontro pomeridiano sarà presentato da Maniglio Botti. Letture a cura di Simona Frattini. Musica al sitar a cura di Adalberto Zappalà. Sarà presente l’autore Fiorenzo Croci.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 05 Maggio 2017
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