Miracolo Spal, i tifosi bianco-azzurri festeggiano la promozione

La squadra di Ferrara in quattro anni è passata dalla D alla A. Accompagnata anche dai tifosi in terra varesina: storia di legami con Ferrara, famiglie, compagni di scuola

Spal club Gallarate

Dalla serie D alla A, dalle trasferte nel giro di pochi chilometri agli stadi della massima serie. È il miracolo della Spal, la squadra di Ferrara. Una di quelle storie – come il Leicester lo scorso anno – in grado di conquistare cuori e simpatia di tanti, anche fuori dalla cerchia dei tifosi sfegatati. Ma la Spal ha anche tifosi fedelissimi, anche se lontani da Ferrara: come quelli che hanno fatto nascere lo Spal Club Gallarate, unico in provincia dedicato ai bianco-azzurri.

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Questione di famiglia, per Daniele Cazzuffi, presidente del club. Originario di Copparo (cittadina verso il delta del Po), ha poi sposato Susanna, ferrarese del paese di Massa Fiscaglia. Inevitabile che da questo nascesse anche l’amore per la Spal anche nei figli, subito associati al fan club. «Il primo nucleo del club è un gruppo di miei compagni di classe del liceo di Gallarate» racconta Cazzuffi. «Su venticinque che eravamo in classe, casualmente in tre eravamo originari della zona di Ferrara. Abbiamo incominciato a ritrovarci insieme a vedere le partite, poi man mano il gruppo è diventato sempre più grosso, anche un po’ sull’onda dello stupore per le vittorie».

Pare quasi d’immaginarsi la caccia ai ferraresi dispersi in provincia di Varese: l’irriducibile Elio Giacometti da Vergiate, la professoressa di educazione fisica Giovanna Ferraro (il cui padre ha giocato nella Spal negli anni Cinquanta, in A) e molti altri.  Compresi gli expat, gente della zona che ora vive lontano da Gallarate, ma salda nella fede bianco-azzurra: «Abbiamo un socio a Oxford, Nico Brusa, e uno al Cern di Ginevra, Giacomo Ripamonti». Man mano che il miracolo della scalata alla serie A prendeva corpo, al gruppo si sono aggiunte altre persone «non originarie di Ferrara, ma affascinate da questo nome esotico e da questa bella storia». Oggi i soci sono una quarantina.

A inizio novembre di quest’anno la prima trasferta, a Novara. Poi ancora sul campo di Vercelli, a Chiavari nella sfida con l’Entella, a Brescia. «Tre vittorie e una sconfitta: media promozione». E poi ovviamente anche qualche partita in casa, cioè a Ferrara: il club ha presidiato gli spalti dello stadio Paolo Mazza in sei occasioni. Alcune anche con le famiglie, facendo su e giù la strada verso la città d’origine.
È un po’ anche questione di memoria e di radici. Qualcuno – emigrato in terra varesina – ricorda ancora il viaggio fatto con il treno diretto che fino agli anni Ottanta collegava la città estense a Milano. Una traversata nella provincia profonda, passando stazioni con nomi da romanzo come Porotto, Ficarolo, Magnacavallo. Roba da Guareschi: nebbia, argini, piatti di tagliatelle e cappellacci di zucca.

Nelle riunioni davanti alla Tv, però, niente panpepato e salama da sugo. Ai piatti tipici di Ferrara si preferiscono i prodotti delle città delle squadre avversarie: «Si è creata una tradizione, dal girone di ritorno. Elio Giacometti ha iniziato a portare prodotti tipici delle città dove si giocava». Il liquore Strega quando si giocava a Benevento, i Baci Perugina quando si giocava con il Perugia e così via.

Roba di famiglia, il club, si diceva. Cazzuffi ha portato sugli spalti i tre figli: la 18enne Anna, il 14enne Pietro, la 12enne Lucia. «Mia moglie si chiama Susanna e le loro iniziali fanno Spal» dice ridendo (e giurando che sia un caso). I figli si sono appassionati man mano all’avventura, anche se Pietro può vantare una fedeltà fin da quando la Spal giocava in seconda divisione. Da tifoso Pietro si è ritrovato anche a vestire la maglia bianco-azzurra, avendo partecipato allo Spal Camp l’estate scorsa: quest’anno sarà imitato anche da altri due ragazzini gallaratesi.

La cavalcata trionfale in campionato si è conclusa con i festeggiamenti domenica scorsa. Se ci sono ferraresi – o comunque simpatizzanti della Spal – in ascolto, hanno l’occasione per aggregarsi: venerdì 19 maggio il club festeggerà con una pizza al ristorante i Fontanili di Gallarate (l’ indirizzo email a cui spedire le conferme è cazzuffi[chiocciola]alice[punto]it)

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 18 Maggio 2017
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