Provincia, Vincenzi “licenzia” il pd Luca Paris

Si era autosospeso con un clamoroso attacco pubblico al presidente del suo schieramento, Vincenzi gli ha tolto la delega e ha dato un segnale

Paris

Il chiarimento è arrivato, ma è giunto sotto forma di licenziamento in tronco: il presidente della Provincia di Varese ha ritirato la delega al personale al consigliere provinciale Luca Paris, Pd, segretario cittadino di Varese ed influente esponente del suo partito nel capoluogo.

Da autosospeso… ad eterosospeso, diciamo così.

Una decisione clamorosa, perché Vincenzi, che non ha la tessera del Pd, ha di fatto risolto nella maniera più “punitiva” la polemica che lo stesso Paris aveva sollevato di fronte alla stampa qualche settimana fa.

Quando disse che si sarebbe autosospeso dalla delega perché il presidente non aveva condiviso la sua linea di condotta sulla gestione dei dipendenti della Provincia.

A Paris rimane la delega sulla stazione unica appaltante, che però non è paragonabile a quella del personale.

IL VERO NODO POLITICO

Si tratta di certo di un segnale politico e anche se il confronto è sulla questione del personale, non sfugge che sembra essere un’altra la posta in gioco. E cioè un conflitto tra le diverse anime del Pd, dove Paris rappresenta l’ala varesina del partito, che vuole contare di più, rispetto alla componente provinciale.

A Villa Recalcati i lavoratori sono sul piede di guerra e hanno avviato una dura protesta sindacale salariale e sulle scelte che, a dire dei sindacati, hanno penalizzato i lavoratori e favorito alcuni dirigenti. Il Presidente Vincenzi smentisce questo punto di vista e afferma invece che è in atto un confronto che andrà approfondito. Paris era uscito con un comunicato dicendo che Vincenzi non si stava muovendo. Ma lo aveva anche attaccato a sorpresa in consiglio provinciale.

Il Presidente era rimasto stupito e aveva manifestato amarezza.  Vincenzi, stando alle sue parole, non si aspettava l’attacco anche considerato che il Pd, a Varese, dove Paris è segretario, persegue da due anni almeno una politica di riserbo sulle divisioni interne che è diventata una cifra di stile.  Una linea contraddetta invece con l’attacco pubblico a Villa Recalcati.  Come dire, due galatei diversi a seconda di chi sono i commensali. Anche per questo dentro il Pd c’è fibrillazione.

Fin qui le ragioni di Vincenzi. Ma quelle di Paris? Il consigliere paga il prezzo della sua uscita ribelle, ma lo paga da solo. Nessuna sanzione è partita nei confronti degli altri due consiglieri provinciali delegati che avevano firmato, insieme a lui, un documento sul personale della provincia, cioè il sindaco di Lozza Licata e quello di Mornago Tamborini. Paris reagisce con un comunicato, che riportiamo integralmente.

 

PARIS:

Il Presidente della Provincia di Varese ha deciso di revocare la delega al personale che mi era stata conferita dopo l’ elezione a consigliere provinciale di maggioranza.
Una decisione, tutta politica, conseguente ad una mia forte presa di posizione pubblica, presa nell’alveo delle mie competenze di consigliere e della mia responsabilità di delegato alla materia specifica, ed avvenuta dopo una lunga serie di mie sollecitazioni ai vertici provinciali non tenute in considerazione. L’ aver cercato di sensibilizzare la maggioranza verso una correzione di rotta nelle politiche del personale, per evitare uno scontro frontale e purtroppo ormai attuale con i lavoratori dell’Ente e le loro rappresentanze, ed aver tenuto aperto in questi mesi un canale di dialogo tra l’Amministrazione ed i rappresentanti dei lavoratori, mi é evidentemente costato la “poltrona” di delegato.
Ma questo è il meno: il vero problema è che il permanere, e anzi l’aggravarsi, di un forte clima di conflittualità interna tra l’Amministrazione e il personale, non gioverà certo al miglioramento dei servizi erogati dall’Ente ai cittadini e agli altri importanti nostri interlocutori sul territorio, le amministrazioni locali.
Mi auguro pertanto che, anche nell’interesse della maggioranza di cui faccio parte e che convintamente ho sostenuto in aula attraverso il mio voto sempre favorevole a tutti i provvedimenti da essa proposti, i prossimi passaggi previsti per tentare di “raffreddare” il conflitto, quello davanti al Prefetto e quello davanti al Giudice del lavoro, possano essere colti come una opportunità per recuperare un dialogo costruttivo tra Amministrazione e lavoratori, dialogo che non dovrebbe mai mancare in un Ente come il nostro che eroga pubblici servizi.
Naturalmente continuerò a lavorare, da consigliere provinciale, anche per il raggiungimento di questo obiettivo.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 12 Maggio 2017
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