Ravasi, l’esordiente che scalpita: “Non vedo l’ora di iniziare il Giro”

Il giovane di Besnate è alla prima corsa rosa. «Affiancherò prima i velocisti e poi capitan Rui Costa. E chissà che sulle lunghe salite non possa provare a farmi notare»

edward ravasi ciclismo

Ventitré anni fa, primi di giugno: mentre all’ospedale di Varese veniva alla luce Edward Ravasi, al Giro d’Italia gli sportivi scoprivano l’infinito talento di Marco Pantani, capace di staccare tutti in salita e di vincere a Merano e all’Aprica. E proprio la salita è il terreno preferito del giovane corridore di Besnate, che pochi giorni fa ha ricevuto la notizia più bella per un ragazzo da poco sul palcoscenico del grande ciclismo: la convocazione per il suo primo Giro.

Ravasi, che da quest’anno è in pianta stabile nel nuovo team UAE, negli anni passati è stato stagista con la allora Lampre-Merida (ora confluita nella squadra di Abu Dhabi) e ha quindi già alle spalle un po’ di confidenza con il mondo dei professionisti. Ma trovarsi di colpo alla vigilia della corsa rosa, per di più con qualche possibile libertà in salita, è una condizione di quelle che fanno tremare i polsi.

edward ravasi ciclismo
Eddy è pronto per il Giro

Da under 23 lei ha già vissuto vigilie importanti, basti pensare al Tour de l’Avenir. Ma qui, crediamo, è tutta un’altra cosa.

«Proprio così. Ho preso parte all’Avenir, ma anche al Giro del Trentino e a quello della Croazia, però ora sto per iniziare a una gara di tre settimane che per noi italiani è la più bella del mondo. Sono molto curioso di iniziare ad affrontarla nonostante abbia saputo pochi giorni fa di dover partecipare. Sono giovane, non so bene fin dove posso spingermi, ma accanto a me ci sono tante persone che sapranno darmi i consigli giusti, quindi mi sento tranquillo. Beppe Saronni mi ha detto che è sicuro che farò un’ottima corsa, ora ci sono i ds Marzano, Maini e Righi che mi “custodiscono”».

La sua squadra, la UAE, ha come capitano Rui Costa che ha vinto diverse brevi corse a tappe ma non ha mai fatto classifica sulle tre settimane. Quale sarà il suo compito nei confronti del portoghese?

«Innanzitutto penso di iniziare con tranquillità: sono il più giovane, il meno esperto e non avrei dovuto partecipare. Quindi in principio darò una mano ai miei compagni che puntano alle volate, poi inizierò a pensare alle salite e ad aiutare Rui Costa su quel terreno. A quel punto vedremo se ci sarà qualche possibilità per me, ma ora penso ad altro».

Un problema al ginocchio l’ha tenuta ferma per un po’. La sua stagione è ripartita in Croazia e poi a Francoforte dove ha fatto bene: con quale condizione si presenta ad Alghero?

«Sono andato in Croazia con qualche incognita dopo lo stop di marzo, ma con il passare dei giorni mi sono accorto di migliorare e nella tappa di montagna sono riuscito ad arrivare decimo. Merito, secondo me, della buona preparazione svolta in inverno, anche se mi mancavano ancora i cambi di ritmo. In Germania, il 1° maggio, ho trovato un meteo sfavorevole, con pioggia e freddo che non amo per nulla, però anche in quella situazione mi sono sentito in crescita e non ho sofferto troppo. Ora ho davvero voglia di correre, e tutto sommato al Giro arrivo fresco».

Azzardiamo: proverà a indossare la maglia bianca di miglior giovane, almeno per qualche tappa?

«No, a quella non ci penso. Puntare alla maglia bianca nelle prime giornate vorrebbe dire partire “a tutta”, e non è proprio quello che ho in mente di fare. L’idea è quella di farmi vedere sulle salite lunghe, dove so di poter dire la mia».

Lei è all’esordio al Giro, quindi non ha ricordi “in corsa”. Quando pensa a questa gara quindi, quali sono le prime memorie che le vengono in mente?

«Innanzitutto un passaggio a Somma Lombardo, tanti anni fa, quando avevo appena iniziato ad andare in bici. Erano i tempi in cui c’erano parecchi corridori varesotti in gruppo: ricordo infatti che in molti si fermarono in “visita parenti” proprio dove mi ero appostato io. Da allora sono sempre andato a veder passare il gruppo, quando il Giro è transitato vicino a casa. E ora ci sono dentro».

Ci sveli un piccolo segreto: quali sono le strade che predilige per allenarsi?

«Le salite che utilizzo di più sono il Cuvignone, che mi serve per allenare la resistenza, e il San Martino. E ultimamente ho scoperto anche l’Alpe di Neggia che mi piace molto. Poi c’è l’ascesa al Campo dei Fiori che è quella più utile per misurare la mia condizione».

Edward RAVASI
Squadra: UAE
Nato il: 5 giugno 1994
Vittorie da prof: 0
Al Giro: esordiente

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

VareseNews è da anni una realtà editoriale, culturale e sociale fondamentale per il territorio. Ora hai uno strumento per sostenerci: unisciti alla membership, diventa uno di noi.

Pubblicato il 04 Maggio 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.