Scontro sindaco genitori per il trasloco dell’Addolorata

Da settembre, la primaria di via Luini non ci sarà più. Si sposterà in via Como. Il sindaco Galimberti ha spiegato la scelta tra le proteste accese dei genitori

primaria addolorata varese

Il trasferimento si farà. Dal prossimo anno scolastico i circa 100 alunni della primaria Addolorata di Varese si sposteranno nell’edificio comunale di via Como. Condivideranno spazi e servizi con i bambini della Mazzini. 

La scelta dell’amministrazione comunale è stata spiegata dal sindaco Davide Galimberti che ha incontrato i genitori degli alunni molto arrabbiati per una notizia improvvisa e inaspettata: «Abbiamo dovuto analizzare attentamente il bilancio comunale e vagliare tutte le voci di spesa solo nel mese di marzo – ha spiegato il primo cittadino -; il plesso dell’Addolorata non è comunale e paghiamo un affitto di 48.000 euro a cui si aggiungono circa 10.000 euro di spese. Non possiamo giustificare questi costi a fronte di edifici scolastici di proprietà del comune occupati al 50% e anche meno. La situazione non è più sostenibile».

A nulla sono valse le proteste anche accese da parte dei genitori, le accuse di ritardo nella comunicazione. I presenti hanno lamentato i servizi differenti tra quelli offerti dalle suore dell’Addolorata e quelli disponibili in tutte le altre scuole gestite dal Comune. Più volte il sindaco, accompagnato dall’assessore ai Servizi educativi Rossella Dimaggio e dalla dirigente del comprensivo Maria Rosa Rossi, ha dovuto contenere gli eccessi del pubblico, incredulo davanti a una chiusura totale verso le proprie richieste: « Totale mancanza di empatia – ha commentato una madre – Quello che mi lascia amareggiata è proprio il loro atteggiamento davanti alle nostre preoccupazioni. Non si tratta solo di spostarsi di 100 metri: questo è di fatto una chiusura perché l’Addolorata aveva una sua storia e una sua caratteristica non replicabili».

Davide Galimberti ha spiegato di aver tentato senza successo una mediazione con le Suore della Riparazione per mantenere i servizi parascolastici nella nuova collocazione. «Abbiamo anche offerto di contribuire ai costi dell’affitto, il comitato li ha invitati ad avviare un tavolo di confronto ma non c’è stata risposta. Ora dobbiamo accettare a scatola chiusa – afferma la madre – non possiamo visionare gli spazi perché devono essere fatti lavori di ristrutturazione. Non sappiamo nemmeno se tutte le attuali classi partiranno perché alcuni genitori vogliono trasferire i figli. È fine anno, non c’è più tempo e non abbiamo alcuna certezza».

Nessun problema, invece, dovrebbe sorgere per la mensa dei poveri: il Comune continuerà a sostenerla con un contributo. La difficoltà del servizio, però, è evidente, come ci aveva riferito Madre Roberta: «Finchè avremo cibo da distribuire, andremo avanti».

Questa mattina, la giunta è chiamata a ratificare la decisione: da settembre si riparte, con un edificio in meno.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Maggio 2017
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  1. fp
    Scritto da fp

    È lecito dubitare che la decisione del sindaco, presa in una manciata di giorni senza (sembra) informare la giunta, sia realmente finalizzata al risparmio? Dai documenti pubblici emergono fortissimi tagli a scuole, giovani, trasporti… a fronte di un quadruplicamento di altre spese tra cui vi sono ad esempio quelle destinate a società di comunicazione (scelte ad personam senza gara pubblica per pubblicizzare il piano sosta) e ai facinorosi proprietari di ville lussuose (visitabili dal pubblico).

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