“Sono della ‘ndrangheta” ed estorce 10 mila euro ad una donna

Un 25enne sosteneva di essere appartenente ad una nota famiglia di Lonate Pozzolo e per due anni ha vessato una 50enne con continue richieste di soldi al punto da costringerla ad indebitarsi

arresto carabinieri

Diceva di essere appartenente ad una nota famiglia di ‘ndrangheta e si è fatto consegnare la bellezza di 10 mila euro in due anni dalla madre di un ragazzo a cui diceva di aver prestato 1000 euro.

I carabinieri della stazione di Busto Arsizio hanno arrestato in flagranza di reato un 25enne di Vanzaghello, cuoco, pregiudicato. L’accusa è di estorsione, aggravata e continuata,

Il giovane, al termine di un prolungato servizio di pedinamento, è stato bloccato dagli uomini dell’Arma all’esterno di una banca del centro storico di Busto Arsizio subito dopo aver ritirato una busta contenente 4.000 euro in contanti, consegnata da una donna 50enne residente in città.

I militari, percepita la gravità della situazione, per evitare ogni possibilità di fuga dell’autore del reato, avevano predisposto una doppia cinturazione dell’area attorno all’isitutto di credito dove vittima e malvivente si erano dati appuntamento. Il cordone di sicurezza era composto da militari in borghese e, a distanza, colleghi in uniforme, anche a bordo di moto di grossa cilindrata.

I carabinieri sono stati allertati da un conoscente della donna che ha raccontato la situazione “drammatica” che stava vivendo la donna da ormai oltre due anni. L’uomo era preoccupato dai continui anomali prelievi di denaro, anche piccole somme, da parte della vittima.

Una volta “osservata” la consegna di denaro e bloccato il malvivente, la donna, in effetti, ha potuto raccontare ai militari l’incredibile vicenda di cui è stata vittima. Nel 2015, infatti, la donna è stata avvicinata dal giovane che che, “millantando” di far parte di una famiglia molto conosciuta a Lonate Pozzolo (facendo chiaramente, con tale riferimento geografico e “familiare”, intendere la natura ndranghetista degli appartenenti a tale nucleo familiare) e ha imposto la restituzione di un presunto prestito di denaro che egli stesso avrebbe fatto al figlio diciottenne della donna, alcuni mesi prima. Ritirava i soldi, spariva per qualche mese, poi ritornava con nuove richieste e con le solite minacce.

Alla prima consegna di denaro (1800 euro a fronte dei 1000 prestati), che già avrebbe saldato ampiamente il prestito iniziale, sono seguite continue richieste di denaro, per un totale di circa 10 mila euro, nei due anni complessivi in cui si è protratta l’estorsione.

Ad ogni richiesta di denaro, come emerso sempre attraverso il racconto della vittima, l’estorsore sottolineava la pericolosità dei suoi familiari e dei soggetti a cui poi doveva consegnare questo denaro.

Benchè profondamente scossa dai due anni di “terrore” in cui ha vissuto, la donna al termine della vicenda è apparsa visibilmente sollevata, anche e soprattutto in ragione del fatto che, per sua stessa ammissione, era pronta a vendere i propri beni, dopo che in passato aveva già fatto ricorso a finanziamenti e prestiti da istituti di credito.

I carabinieri hanno sequestrato i telefoni cellulari in uso ai soggetti coinvolti nella vicenda, che contengono le diverse centinaia di richieste di denaro da parte dell’estorsore, molte delle quali attuate mediante la nota applicazione “whatsapp”.

Sono in corso approfondite ulteriori indagini allo scopo di appurare eventuali ulteriori vittime di estorsioni oltre ad una specifica analisi anche rispetto alla configurabilità del reato di usura.

E’ in corso anche una ricostruzione della effettive relazioni, familiari ed amicali, del giovane, per appurare se effettivamente vi fossero contatti con soggetti di profilo criminale, che comunque al momento sembrano da escludere. Il giovane è stato arrestato.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 10 Maggio 2017
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