Travolto in via Torino, la famiglia denuncia i vigili

Valentino Partesana morì schiacciato da un camion alla rotonda via Torino-via Forze Armate. "Verbale incompleto, indicato anche un tratto di ciclabile che non esiste"

gallarate generico

Morì schiacciato dalle ruote di un autoarticolato, ma il verbale risulterebbe incompleto e addirittura riporterebbe tratti di ciclabile che non esistono. L’incidente è quello che costò la vita, il 15 novembre 2016, al giovane Valentino Partesana, travolto a ridosso della rotatoria tra via Forze Armate e via Torino.

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Ciclista muore investito a Gallarate 4 di 11

«Abbiamo chiesto l’annullamento della perizia e ho ricevuto mandato dai genitori di Valentino di presentare denuncia contro i due agenti di Polizia Locale che accertarono l’incidente» spiega l’avvocato Pietro Romano, legale della famiglia.

«Siamo venuti in possesso del rapporto della Polizia Locale a fronte della perizia disposta dalla Procura: il rapporto è completamente sbagliato» accusa Romano.
I punti contestati sono più di uno. Primo: «La mappa del verbale (nella foto in apertura) indica che sui lati di via Torino c’è la pista ciclabile: ma la ciclabile non c’è, in prossimità dell’incrocio. Valentino non poteva pedalare su percorso protetto, si trovava sulla strada. A fronte di questo elemento il perito ha dichiarato la corresponsabilità perché la bici avrebbe superato a destra, elemento che contestiamo».

Questo è l’incrocio reale: si nota che manca l’immissione della ciclabile, è presente solo il marciapiedi:

Secondo punto: «Nel verbale non viene indicata la posizione del corpo a riposo, dopo l’incidente e i vigili hanno dichiarato di essere arrivati quando il corpo era già stato spostato. Ho lanciato un appello pubblico perché si presentassero testimoni: si è presentato un ragazzo che non solo ha prestato soccorso, ma ha anche fatto una foto subito successiva all’incidente. In quella foto è presente il corpo e anche il furgone dei vigili, che quindi avrebbero dovuto indicare la posizione del corpo a verbale. In più lo stesso testimone è stato interrogato ed è stata acquisita agli atti la fotografia. È un elemento fondamentale: il punto d’urto viene identificato anche partendo dalla posizione del corpo».

Incidente in via Torino

Un terzo elemento contestato si riferisce invece al punto d’impatto, che viene individuato non sul frontale del camion (o meglio: sulla motrice) ma sul rimorchio, «dove vengono identificati sfrisature e segni di scarrocciamento».
Inoltre Romano ha svolto accertamenti anche sul cronotachigrafo del mezzo pesante e rileva che «non indica nessun momento in cui la velocità scende sotto a 0 km/h». Quindi: il veicolo non avrebbe dato la precedenza sull’incrocio. Ma questo è un elemento che esula dalla denuncia presentata verso i due accertatori della Polizia Locale (per falso in atto pubblico e omissione di atti d’ufficio).

Gli elementi raccolti, al di là della denuncia contro gli agenti, riaprirebbero il caso: «Sia il nostro perito sia il perito del camionista hanno chiesto annullamento della perizia. Quel che più mi fa arrabbiare è che non è stata neppure elevata una contravvenzione verso il camionista: si è chiuso tutto come fosse un banale tamponamento, e non un incidente in cui ha perso la vita un ragazzo di 27 anni».

Le intersezioni di via Torino sono un punto delicato: qui c’era già stato un incidente mortale nel 2015, vittima il 34enne Luca Rinaldi. Dopo la morte di Valentino, a dicembre è stato ucciso da un camion un 39enne cinese, tra via Fermi e via Ferrario (confluenza a doppia corsia, senza ciclabile). A gennaio un 66enne è stato ridotto in gravi condizioni in via Sanzio, teatro di un successivo incidente molto grave (con amputazione della vittima) ad aprile.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 09 Maggio 2017
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