Il campione di tiro con l’arco si allena in pausa pranzo
Alberto Fioroli si sta preparando per le qualificazioni alle Universiadi di Taipei. Laureatosi nell'ottobre scorso ha trovato lavoro. Ma questo impegno non limita i suoi allenamenti
Colpire il bersaglio è il suo obiettivo da quando aveva dodici anni. Oggi, che di anni ne ha 25, per Alberto Fioroli mirare allo scopo è ancora alla base della sua vita: nel lavoro e nello sport.
Fioroli è un campione di tiro con l’arco: due titoli juniores e cinque record italiani nel 2012, un bronzo assoluto individuale e un argento a squadre nel suo debutto tra i “senior” a Sofia nel 2014. La sua carriera sportiva è costellata da grandi soddisfazioni e qualche delusione, come l’esclusione dalla nazionale nell’anno olimpico.
Nulla, però, lo ostacola nel proseguire la sua carriera sportiva. Nemmeno il lavoro.
Lo scorso anno, il 22 ottobre, si è laureato all’Università dell’Insubria in “Economia e management” con una tesi sullo sviluppo del “mobile enterprise”, una passione ereditata dalla madre che coltiva insieme ad arco e frecce.
Subito dopo la proclamazione ha trovato un posto di lavoro a Gavirate. Il suo tempo libero si è un po’ ridotto ma, nelle pause pranzo, alla sera e nei weekend è al campo di tiro in via Valleluna per prepararsi alle gare che decideranno la sua qualificazione alle “Universiadi 2017” che si svolgeranno a Taipei: « Solo tre italiani saranno ammessi – spiega Alberto – È una competizione di cui si parla poco in Italia ma che, negli altri paesi, è molto sentita. Gareggiano atleti importanti, campioni anche olimpici che sono studenti universitari. Ho partecipato all’edizione di Seul di due anni fa ed è stata un’emozione incredibile».
Lo sport che Alberto ha scelto non è certamente tra i più popolari e, tantomeno, tra i più sostenuti economicamente: « In Corea avevamo giusto un tecnico mentre le altre squadre potevano contare su massaggiatori, preparatori atletici e diversi allenatori. Ma è andata molto bene lo stesso: in quei giorni si è creata una bellissima atmosfera tra noi e il nostro tecnico, che abbiamo conosciuto nel corso di quella esperienza».
Alberto tira al campo della Società Compagnia Arcieri di Varese dal 2004. Ha proseguito anche quando era al liceo: « Non era facilissimo conciliare sport, gare e studio anche perché non ho mai ricevuto un trattamento di riguardo per i miei impegni sportivi. All’università è andata decisamente meglio perché avevo tempo da gestire come volevo. Ed è propio nel periodo dell’ateneo che sono arrivati i successi più belli. Certo, per prendere la laurea ho impiegato 4 anni invece di tre a causa dei raduni che mi portavano lontano per lunghi periodi. Ma sono stato bocciato solo a un esame!».
Il doppio impegno non è stato poi pesante per l’arciere varesino: « Grazie anche allo sport che pratico, ho imparato a concentrarmi molto e a focalizzare bene l’obiettivo. Così, anche se scarseggia il tempo, riesco a ottimizzare l’impegno. Nell’ultimo anno di università ho partecipato al programma “campus” che viene offerto agli atleti impegnati in modo agonistico. Ho anche ottenuto una borsa di studio di mille euro nel 2016 oltre ad agevolazione nella preparazione degli esami. L’Università dell’Insubria sta dedicando attenzione agli studenti che abbinano studio a sport. È una novità per l’ambiente accademico e scolastico in generale. Si fa ancora fatica a riconoscere il valore dell’impegno agonistico».
La pausa pranzo è quasi finita. Il panino mangiato a metà attende sul tavolo. Alberto rimette a posto con cura il suo arco: è tempo di rimettersi in macchina e tornare a lavorare. Più tardi ritornerà a completare la preparazione pianificata per oggi.
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