Apahua, sulle Ande a due passi dal cielo

Terre des hommes opera da diversi anni nelle zone indigene dell'Ecuador. Con Giori Ferrazzi e Javier siamo andati a trovare la comunità e l'incontro si è trasformato in un giorno di festa

I primi ad arrivare sono stati alcuni bambini. Si avvicinano tutti con un sorriso e dandoti la mano ripetono: “Buenos dias”. Insieme a loro ci accoglie un bel vento che fa muovere velocemente le nuvole.

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Ad Apahua sono abituati ad un tempo così, e vedere la maggior parte dei bambini vestiti leggeri mette freddo. Siamo a 4200 metri sulla cordigliera delle Ande nella provincia di Cotopaxi in Ecuador, a oltre tre ore di auto dalla capitale Quito.

Poco a poco arrivano alcuni adulti e la sala inizia a popolarsi. Si sistemano le sedie e poi via via tutte le panche. Alla fine non basteranno per tenere sedute tutte le persone delle comunità accorse per l’occasione. Un sabato di festa. Per loro è stato così l’incontro con Giori Ferrazzi e con Javier di Terre des hommes Italia.

Tutti hanno un ricordo nitido delle azioni svolte negli ultimi anni, anche grazie all’impegno di Xmas project che ha dedicato il libro solidale del 2014 proprio ad Apahua. Una raccolta fondi superiore ai ventimila euro che ha permesso di sistemare diversi locali, acquistare una stufa, ma soprattutto portare l’acqua grazie a una semplice ma efficace canalizzazione. Oggi quell’impegno dell’associazione milanese è lì da vedere. Permette lo svolgimento in condizioni dignitose di diverse iniziative e il nostro incontro ha sede proprio lì.

La Ong italiana opera lassù da tanti anni. Un luogo dove le condizioni di vita sono veramente difficili e, malgrado l’Ecuador stia vivendo da anni una fase di sviluppo, sembra che il Paese si sia dimenticato di loro. Nella zona vivono circa seicento persone in una economia di sussistenza fatta di grande fatica. In molte zone non arriva l’acqua e spesso i bambini non possono frequentare la scuola proprio per aiutare i genitori dei lavori agricoli.

In questo contesto Terre des hommes ha appoggiato l’associazione Pakarimuy nata da un gruppo di donne e mamme della comunità di Apahua con lo scopo di creare migliori condizioni di vita, studio e salute cercando gli strumenti adatti per eliminare le gravi discriminazioni di genere, sociali e culturali di cui sono vittime.

“Pakarimuy – si leggeva sul libro solidale del 2014 – in Kichua, la lingua indigena del posto, significa Aurora, e davvero questa piccola associazione può rappresentare l’inizio di un nuovo giorno per il luogo e la comunità in cui opera”.

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Guardare i bambini e l’energia della loro presenza, ascoltare le parole dei leader della comunità e assistere a un momento di festa è stata la conferma della bontà delle scelte di quanti si sono attivati per sostenere questa realtà. A Apahua il senso di ringraziamento viene espresso con la dignità di chi riconosce l’importanza della vicinanza di un popolo lontano, soprattutto per la cura con cui arriva il sostegno. Una comunità che è a due passi dal cielo, ma che per vivere lassù ha bisogno di sentire vicinanza e solidarietà.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

La libertà è una condizione essenziale della nostra vita. Non ci può essere libertà senza consapevolezza e per questo l’informazione è fondamentale per ogni comunità.

Pubblicato il 05 Giugno 2017
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