Arcisate-Stabio: agli svizzeri non piacevano le modifiche, ma la Regione è andata avanti

Palazzo Lombardia difende le scelte tecniche e la sua visione. Brianza: "Possiamo trovare un accordo". Sorte: "Pronti a mettere comunque i soldi"

Avarie

«Il finanziamento è sospeso, non cancellato. Si aprirà un dialogo e troveremo una soluzione». Francesca Brianza, assessore regionale ai rapporti con la Confederazione, è convinta che lo scontro “diplomatico” sui soldi da destinare ai treni dell’Arcisate-Stabio sarà disinnescato.  E se non fosse così? «Stanzieremo risorse aggiuntive», assicura l’assessore alle infrastrutture Alessandro Sorte.

Lo strappo degli svizzeri sui servizi dell’Arcisate-Stabio ha creato non poco imbarazzo in Regione Lombardia. Sorte ha risposto mercoledì in serata con una lunga nota, che ripete più volte le ragioni “tecniche” alla base delle modifiche all’intesa siglata nel 2011 (nella foto: Tilo a Gallarate; tra Varese e Busto FS il servizio Lugano-Malpensa  si sarebbe alternato con i treni Varese-Milano).

Modifiche partorite – per così dire – alla vigilia dell’attesa attivazione e che toccano l’aspetto su cui fino ad ieri non c’erano state tensioni. Se tante erano infatti le incertezze sulla costruzione della nuova linea – che sarà completata a inizio autunno, dopo anni di ritardi – lo schema dei servizi sembrava un punto fermo, con quell’accordo nero su bianco firmato da Raffaele Cattaneo e da Marco Borradori, che definiva nei dettagli i servizi da attivare.

Sembrava un punto fermo, appunto. La scelta di Regione Lombardia di cambiare le carte ha iniziato a delinearsi in primavera: già allora, quando fu “notificata”, la modifica all’ipotesi di orario sull’asse Lugano-Varese-Malpensa irritò i rappresentanti svizzeri. La questione, però, da allora non si è fermata al livello tecnico di chi doveva concordare il servizio ferroviario internazionale sulla nuova Arcisate-Stabio: per gli elvetici la mossa di Palazzo Lombardia era grave e a questo punto la partita è arrivata al massimo livello, quello politico. L’assessore Alessandro Sorte assicura che per lui non è stato «un fulmine a ciel sereno» ma una precisa scelta difesa nonostante le perplessità svizzere. Sorte dice che le ragioni erano state spiegate agli elvetici, che però non le hanno accolte. E difende la scelta di andare avanti e di far prevalere la visione lombarda sull’accordo siglato quattro anni fa. Che – nelle linee generali – è valido e prevede più o meno quanto si fa oggi tranne che per quel piccolo particolare: non ci sarà il collegamento diretto Lugano-Malpensa, se non con cambio a Mendrisio. Poco disagio? Forse, ma di là del confine l’assenza del treno diretto è un particolare che conta, considerato che gli svizzeri hanno sempre chiamato l’Arcisate Stabio FLM, “Ferrovia Lugano Malpensa”.

L’assessore Francesca Brianza sottolineava mercoledì pomeriggio che «il finanziamento è sospeso», non cancellato. Attenzione ai dettagli: la parola  compare nell’intestazione del comunicato del Consiglio di Stato ticinese. Un testo che per il resto invece è puttosto fermo e che dietro al linguaggio burocratico fa trasparire l’irritazione per una decisione lombarda considerata «lesiva degli accordi pattuiti» nel 2011. E al centro di tutto sta il messaggio mandato a Milano: la Confederazione dice che «così stando le cose il previsto finanziamento cantonale del 50% dei costi delle prestazioni tra Varese e Malpensa (circa 2 mio CHF l’anno) «non ha più ragione d’essere».

«Ora si aprirà un dialogo, sono convinta che entrambi le parti troveranno una soluzione» assicura però l’assessore Brianza, che siede anche in Regio Insubrica. «Si tratta di un servizio che è estremamente importante: questa linea deve essere efficiente per tutti. Apriremo un dialogo proficuo, il tavolo della Regio Insubrica può essere un momento di dibattito importante».

Resta da un lato lo strappo “diplomatico” da ricucire, ma non solo. C’è appunto la questione concretissima dei soldi: gli svizzeri non metteranno – si è detto – 2 milioni di franchi l’anno che erano previsti, pari a 1 milione 831mila euro. Ora: è vero che si tratta di una cifra relativamente limitata se si guarda al valore complessivo trasporto regionale su ferro (il contratto di servizio tra Regione e Trenord vale 450milioni), ma 1,8 milioni di euro da trovare non sono uno scherzo, in un momento in cui già si fa fatica a far quadrare i conti senza tagliare troppo le corse. Brianza confida in un accordo con il Ticino, Sorte ostenta sicurezza: «Con la prossima manovra di bilancio stanzieremo le risorse aggiuntive per svolgere i servizi ferroviari programmati».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 29 Giugno 2017
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