Assistenza psicologica per evitare i suicidi in carcere
È stata ratificata l'intesa tra istituto penitenziario e Asst Valle Olona per il controllo psicologico dei reclusi. Le prime 24 ore sono le più difficili
« Le prime 24 ore sono le più difficili. Soprattutto per chi non ha una famiglia forte a supporto o ha perso molto».
La dottoressa Ezia Iorio, responsabile medico della casa circondariale di Busto Arsizio spiega l’importanza della visita medica e psicologica che i detenuti ricevono appena arrivano in carcere. Un trattamento ormai codificato che vede lavorare sinergicamente l’istituto di pena con l’Asst Valle Olona.
Un modello codificato e che rispetta un protocollo sottoscritto questa mattina dallo stesso direttore del carcere Orazio Sorrentini e dal direttore generale dell’Asst Giuseppe Brazzoli. Un’intesa per la tutela della fragilità psichica e per la prevenzione del suicidio in ambiente penitenziario: « Nella nostra casa circondariale è ormai un lustro che non registriamo fatti tragici di questo tipo – ha commentato il direttore Sorrentini – ma è indubbio che ci siano casi di autolesionismo. A livello nazionale, inoltre, si assiste a un preoccupante trend in crescita: lo scorso anno si era registrata una quarantina di casa contro la decina del 2017 che, se dovesse essere mantenuto questo livello, raggiungerebbe i 60 casi».
All’origine dei gesti disperati c’è la fragilità del soggetto ma anche condizioni di vita in cella provanti: « Anche a Busto, nel 2016 siamo riusciti a mantenere un numero di reclusi attorno ai 300/350. Quest’anno siamo già oltre i 400 detenuti e ciò perché è venuto meno l’effetto di alcuni provvedimenti svuotacarceri. Il 60% della popolazione è costituita da stranieri a causa anche della vicinanza dello scalo di Malpensa».
Appena arrivano all’istituto di pena, i reclusi vengono sottoposti a visita medica e psicologica: « Se si ravvisano criticità – ha raccontato la dottoressa Iorio – vengono immediatamente attivate le aree interne dello staff dirigenziale per adottare i provvedimenti necessari e assicurare la sorveglianza».
Al carcere di Busto, esiste una guardia medica e una infermieristica 24 ore al giorno grazie a uno staff di 10 dottori e sei infermieri professionali. All’interno della casa c’è anche un centro di riabilitazione fisioterapica il cui valore è riconosciuto in tutt’Italia: pazienti arrivano da diverse carceri che si fermano per il tempo della terapia.
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