Cassonetti gialli, a chi vanno i vestiti usati?

Erano di una cooperativa sociale che si occupa di detenuti, ma ora non è più molto chiaro

cassonetti gialli

Le donazioni di vestiti usati nei cassonetti delle onlus passano spesso sotto traccia, ma a Varese c’è un caso poco chiaro di cui si parla da due giorni. Alcuni cassonetti gialli non hanno intestazione e sono stati posizionati in luoghi della città in cui non risulta una specifica autorizzazione di occupazione di suolo pubblico.

I contenitori fanno capo a due fratelli, Domenico e Gaetano Pagano, a loro volta volontari di una associazione e di una cooperativa milanese che aiuta a dà lavoro agli ex detenuti. Il problema è che i volontari hanno combinato qualche pasticcio e adesso sono in contrasto tra loro. Rischiano così di vanificare l’intento originario della loro opera, facendo inoltre calare sospetti sulla gestione dell’attività.

cassonetti gialli

Gli indumenti, nello specifico, vengono ritirati da un operatore di Milano di nome Gaetano Pagano. Il numero scritto sul metallo del contenitore posizionato in via Giordani, ad esempio, è il suo personale. Gaetano Pagano afferma: “Sono un volontario della associazione Madre Teresa Giuliani di Milano che si occupa della raccolta di indumenti usati”. Il cassonetto da cui siamo partiti è posizionato in via Giordani a Varese, accanto al centro Aspem e nei pressi del campo sportivo. Quel cassonetto tuttavia ha due problemi. “All’ufficio autorizzazione occupazione suolo pubblico – osserva l’assessore Ivana Perusin – non risulta in quel punto alcuna autorizzazione, dovrebbe stare in via Giordani più in alto”.

Come mai c’è un cassonetto giallo senza nome e in quel punto?

Il motivo lo spiega Domenico Pagano, che è il vero presidente della cooperativa Madre Teresa Giuliani (ed è il fratello di Gaetano): “I cassonetti posizionati a Varese erano 15 e sono stati installati dall’Associazione Gruppo Volontari di Milano grazie a un contratto con il comune che è valido fino al 2023. La nostra cooperativa nasce da Agv, ma si occupa di ritirare i vestiti e trasportarli. E’ servizio che facciamo noi perché ci vogliono dei requisiti auricolari per il trasporto. Grazie a questa attività facciamo lavorare una quindicina di ex detenuti”.

Fin qui l’attività sociale che gestisce questa cooperativa che aiuta chi esce dal carcere. Ma il problema è che Agv è entrata da tempo in una strana crisi. “Il presidente della Onlus ha problemi di salute e la situazione è un po’ sfuggita di mano – spiega Domenico –  mio fratello si occupa del trasporto ma in maniera autonoma ha spostato alcuni cassonetti in punti dove ritiene che sia più facile, per la gente, conferire i vestiti, è questo il motivo per cui in alcune zone, i cassonetti gialli, sono stati spostati. Ma io non sono d’accordo. Quei cassonetti senza scritta e senza corretta collocazione non sono più nostri”.

Che fare? L’assessore Perusin osserva che se quei cassonetti non sono collocati nei punti giusti tocca alla polizia locale controllare e sanzionarli. La palla passa al vicesindaco Daniele Zanzi. Ma anche la onlus Agv e la cooperativa Madre Teresa Giuliani devono un po’ darsi una registrata, perché a causa dei litigi interni si è creata una situazione di caos che alimenta sospetti.

ECCO LA COMUNICAZIONE UFFICIALE DELLA COOPERATIVA MADRE TERESA GIULIANI

Buongiorno,

Con la presente si comunica quanto segue:

La Cooperativa Sociale, “GLI AMICI DI MADRE TERESA GIULIANI” nella persona del suo Legale Rappresentante e Amministratore Unico Domenico Pagano, dichiara che non ha alcun cassonetto di raccolta indumenti usati posto su suolo pubblico nella città di Varese, se non su suolo privato, come supermercati, in accordo con il gestore.

Diffidiamo chiunque, utilizzi il nome di codesta Cooperativa per nostro conto.

Cordialmente

Arena Irene

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 22 Giugno 2017
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