“Conoscere, capire e diventare messaggeri di legalità”

Si è concluso da poco un altro campo di Coop Lombardia, organizzato con Libera e Libera Terra nei beni confiscati alla mafia. Ecco come è andata

Tempo libero generica

Si è concluso da poco il 19esimo campo estivo di Coop Lombardia, organizzato  in collaborazione con Libera e Libera Terra, nei bene confiscati dalla mafia. Un progetto iniziato tempo fa e che continua a produrre ottimi risultati: «Le persone che partecipano all’esperienza, diventano messaggeri della legalità» spiega Ettore Terribili, assistente di direzione Soci e Consumatori di Coop Lombardia che ha accompagnato il gruppo di dodici persone per una settimana.

Il campo infatti, si è tenuto a Castelvetrano, in provincia di Trapani, ed è organizzato nell’ambito del programma “Coltivare responsabilità”, nato proprio per sostenere queste realtà e farle conoscere in Lombardia e per avviare un importante percorso di sensibilizzazione rivolto ai soci, ai consumatori e ai dipendenti, affinché cresca in loro maggiore consapevolezza sui temi della legalità e la volontà di impegnarsi in prima persona per sostenere l’attività di Libera sul territorio e i progetti di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.

Una settimana intensa e ricca di emozioni che lo scorso ottobre come vi abbiamo raccontato sul nostro blog “Estate Liberi”, raccontandovi proprio dei campi di olivo della Contrada Canalotto e coltivati dai ragazzi dalla Cooperativa Rita Atria.

Varie Italia

«Durante la settimana abbiamo aiutato a pulire il campo. E’ importante per noi esserci, è un messaggio di forte cooperazione basato sul tema della legalità e del lavoro e mercato giusto», spiega Ettore Terribili, che da anni accompagna i campisti in questo percorso. Tante poi le testimonianze che i campisti hanno potuto incontrate durante la settimana. Quella di Nicola Clemenza, imprenditore agricolo che alcuni fa a Partanna, paese di Rita Adria e limitrofo a Castelvetrano, ‘patria’ di Matteo Messina Denaro, decise di mettere insieme gli agricoltori per realizzare delle “economie di scala” per migliorare il reddito dei coltivatori di queste contrade trapanesi. Ha quindi aperto un’associazione contro il racket.

E poi quella di Antonella Borsellino che ancora chiede giustizia per il fratello e il padre, Paolo e Giuseppe Borsellino. Non stiamo parlando del Magistrato ma di una famiglia di Lucca Sicula, un paesino in provincia di Agrigento, distrutta dalla mafia. E ancora la storia di Fina Valenti, il cui marito fu vittima innocente della barbaria mafiosa. E ancora, la visita nel luogo in cui avvenne la Strage di Capaci, la visita a Portella della Ginestra e tanto altro. «Siamo tornati al Campo “Ciao Ousmane” ma non ci sono buone notizie». L’ex oleificio confiscato alla mafia, che dal 2014 ospitava i lavoratori stagionali, è stato chiuso. Il Prefetto, il Comune e l’associazione Libera stanno cercando una soluzione alternativa per dare un luogo dignitoso ai migranti che da tutta Italia, arrivano in provincia di Marsala per coltivare le terre dell’oro verde del Belice ma per ora non è stata trovata una soluzione e per l’estate si stima che arriveranno oltre 1800 uomini. Una storia che continueremo a seguire (qui la storia del Campo) .

IL BLOG – Estate Liberi 

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Giugno 2017
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