“Dimmi perché parti” e ti dirò chi sei

Il nuovo libro di Gianni Spartà è un invito a recuperare il senso della nostra vita pedalata dopo pedalata, passo dopo passo, incontro dopo incontro. La prefazione è di Vincenzo Nibali

gianni spartà

«Non si preoccupi, il cammino passo dopo passo si farà» dice l’hospitalera di Burgos a ogni pellegrino che gli si para davanti preoccupato della distanza che lo separa da Santiago De Compostela. Non conta dove vuoi arrivare, ma perché decidi di andare. E spiegarlo anche a una sconosciuta volontaria non è poi così facile perché non è vero che il viaggio è una metafora della vita. Il viaggio è la vita, nel suo divenire, nel suo compiersi.

Decidere di partire in sella a una bicicletta, affidandosi alle suole delle scarpe, a una barca o a delle ali è spesso un modo per uscire dal “logorio della vita moderna”, come diceva lo spot di Ernesto Calindri, e recuperare l’essenzialità dell’esistenza. Oltre a quella del Cynar, altre ricette non ce ne sono. Per viaggiare servono però degli ingredienti necessari: anima, umiltà e occhi per vedere il bello che circonda le nostre vite. Solo così si possono macinare migliaia di chilometri di «sudata libertà».

Dimmi perché parti” (Edizioni dEste) di Gianni Spartà è un invito a recuperare il senso della nostra vita pedalata dopo pedalata, passo dopo passo, incontro dopo incontro. Un abecedario di emozioni profonde,  in grado di scardinare nel tempo qualsiasi certezza, arroganza e sicumera. Questo racconto appassionato proietta nell’immaginario del lettore paesaggi dai colori mozzafiato, abitati da giganti della normalità che con le loro storie, anche se per un solo istante, riempiono la vita degli altri. Scrive Spartà: «Ho imparato di più camminando e pedalando che intervistando industriali e ministri, criminali e monsignori…Viaggiare è un infallibile anticarie per conservare pulito il cervello».

Dal profondo nord al profondo sud, passando dalle Marche alla Toscana, dal Lazio all’Abruzzo, proseguendo giù fino alla Puglia per approdare infine al natio borgo selvaggio, Messina, nella calda e sensuale Sicilia. La dimensione del viaggio per sua natura tende a superare i confini e Spartà porta il lettore al limite del mondo, Finisterrae, tappa estrema di un cammino che per molti pellegrini termina a Santiago. In questa cronaca del viandante ci sono anche fermate obbligate in attesa di sanare i conti con la storia più dolorosa. Come i novemila soldati italiani massacrati a Cefalonia dai tedeschi dopo l’8 settembre del 1943 che chiedono di non essere dimenticati, nonostante gli yacht ancorati nella rada e il viavai distratto di turisti smemorati pronti a riempire le belle spiagge assolate.

«Di un tour in bicicletta restano due cose: le fatiche, che si superano, le emozioni, che si tramandano al pari delle scoperte». E spesso le emozioni sono il frutto di incontri occasionali che si tramutano per il tempo necessario in salvagenti dell’esistenza. Uno di questi lo ha lanciato Marzia, una disabile di Messina affetta da una grave malattia genetica, la sindrome della tripla x. Grazie all’amore caparbio e solitario del padre, la ragazza è tornata a comunicare con il mondo diventando a suo modo un’icona della rinascita di un’intera società. Il “Tour dei due mari“, dalla costa di Taormina a quella di Tindari, affrontato da Marzia con una speciale bicicletta progettata e costruita da papà Gianni, si è trasformato da semplice pedalata di solidarietà a evento di grande partecipazione pubblica per sensibilizzare le persone sul problema delle barriere fisiche e mentali.

Infine, non poteva mancare una citazione del campione di ciclismo Vincenzo Nibali autore della prefazione e conterraneo di Spartà. «Pedalavo e scoprivo nuovi confini. Il mondo diventava sempre più grande e questo invece di spaventarmi mi dava l’enorme sensazione di essere libero. Libero si scoprire, guardare il mare, salire il monte, girare e ricominciare da capo. La bici mi ha aiutato a conoscere il limite e a superarlo e, così come allora, continua  farlo».

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Dimmi perché parti” sarà presentato sabato 24 giugno 17 e 30 alla Libreria Ubik di Varese (piazza del Podestà). Intervengono, oltre all’autore, l’assessore alla Cultura Roberto Cecchi e il vicedirettore di Varesenews Michele Mancino

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Giugno 2017
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