“Don Paolo, un uomo con le doti di vero pastore”

Il ricordo del vescovo emerito di Pavia monsignor Giovanni Giudici. «Viveva il suo ministero con uno stile di cordialità che portava con sé anche un tratto di arguto realismo»

don paolo ferrario

«Don Paolo aveva doti di vero pastore, ma viveva il suo ministero con uno stile di cordialità che portava con sé anche un tratto di arguto realismo».

Così ricorda don Paolo Ferrario il vescovo emerito di Pavia monsignor Giovanni Giudici.

«Tra le molte occasioni che mi hanno dato occasione di incontrarlo e di stringere con lui legami di amicizia, una in particolare ricordo sempre con sentimenti di ammirazione. Giunto il momento di lasciare la sua amata parrocchia di Castelveccana, a tutti i costi volle che la visitassi con lui, che ascoltassi la sua descrizione dettagliata, che ne vedessi le caratteristiche, che incontrassi alcuni collaboratori. Ho sempre pensato che questo fosse un modo di manifestare quanto amava la comunità per la quale aveva operato con tanta intelligenza e generosità, e che il raccontarne le caratteristiche gli consentisse di prendere concedo con maggiore serenità quasi affidando il tesoro per lui prezioso».

Nella giornata di domenica 18 giugno é mancato mons.Gianpaolo Ferrario, da tutti affettuosamente chiamato don Paolo, prete buono e figura importante per molti anni nell’alto varesotto.
Infatti don Paolo nacque a Besozzo nel 1925 e fu ordinato presbitero nel 1951 dal cardinal Schuster.
Fu per 39 anni parroco di Castelveccana e nel 1989, dopo un’ operazione al cuore, si trasferì come rettore del Santuario del Carmine a Luino, accolto dal prevosto di allora don Giovanni Montorfano.
Nel 2000 fu insignito del titolo di monsignore da parte del cardinal Martini, ma don Paolo non ci teneva a questo titolo e infatti si scherniva dicendo che era una “carnevalata”.
Negli anni di Castelveccana fu promotore di molte iniziative, tra cui la visita al giubileo di Roma nell’anno santo del 1975.
Fu un grande amico della gioventù e un infaticabile organizzatore anche di tornei sportivi.
Negli anni luinesi fu molto amato dai parrocchiani, che lo andavano a trovare molto volentieri alla Chiesa del Carmine, come anche molti pellegrini.
Nel 2006 si trasferì nella casa di riposo per preti di via Griffi a Varese, e negli ultimi tempi in quella di Castronno.

Anche il prevosto e decano di Luino, don Sergio Zambenetti lo ricorda: “Don Paolo é stata una figura di sacerdote molto importante per il nostro decanato, prima come parroco a Castelveccana e poi come rettore del Santuario del Carmine. Chiunque lo abbia conosciuto me ne parla come una persona buona, umile e sempre attenta al prossimo, in particolare agli ultimi.”

Tantissimi gli hanno voluto bene, come Alessandro Franzetti, che lo conobbe fin da piccolo quando arrivò a Luino e che dice: “don Paolo era per me un grande riferimento. Mi vide crescere e nei primi anni della mia gioventù fu una sicura e sempre presente guida spirituale. Gli ho voluto molto bene.”

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Giugno 2017
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