Frank, il viggiutese emigrato a fine ‘800 diventato pioniere del cinema muto

Francesco Bernasconi è emigrato in America nel 1898. Sarà celebrato in una mostra ad Arezzo dopo che lo studioso Fausto Casi ne ha ricostruito la storia

francesco bernasconi

Da queste parti se si ricerca il nome di Francesco Bernasconi legato alla storia di Viggiù se ne ritrova cenno solo tra gli archivi parrocchiali inserito tra i nomi degli emigrati negli Stati Uniti alla fine dell’800.

Qualcuno, però, è riuscito fortuitamente a risalire a nuovi reperti legati a questo giovane viggiutese emigrato più di 100 anni fa ricostruendo una storia incredibile che sarà anche celebrata in una mostra ad Arezzo tutta incentrata sulla sua figura.

La storia è stata ricostruita da Fausto Casi, direttore del museo dei Mezzi di Comunicazione di Arezzo, che è partito da una scoperta sensazionale: lo studioso ha ritrovato una macchina per proiettare i film datata al 1903 e una macchina da teatro di qualche anno dopo, le ha fatto restaurare e le ha rimesse in funzione.

Fino a qui la scoperta è sensazionale ma solo per gli appassionati di storia del cinema. Se non fosse per un ulteriore particolare che riguarda la storia di un varesino e più specificatamente Viggiutese.

Il direttore del museo, infatti, oltre alle macchine da da presa ha ritrovato un misterioso baule che conteneva accessori di ricambio per la macchina, proiettili a salve utilizzati per sparare durante le proiezioni nelle scene che richiedono effetti speciali, varie pellicole di film muti databili negli anni che vanno dal 1900 al 1933 ancora da studiare, vetrini con titoli di film e curiosi biglietti di ingresso sia americani che italiani.

francesco bernasconi

È venuto fuori che si trattava di materiali appartenenti a Francesco Bernasconi, nato a Viggiù, emigrato in America e vero pioniere del cinema muto.

Secondo quanto ricostruito Bernasconi era appena 15enne quando nel 1898 ha lasciato Viggiù per emigrare in America. Li si è stabilito col padre a Barre, nel Vermont e si è innamorato del cinema al punto da acquistare una macchina per proiezioni che poi riportò in Italia.

Appena rimpatriato, nel 1914, ha fatto il servizio militare e utilizzato la sua macchina da cinema per le truppe Italiane fino al 1917. Rientrato dal fronte militare ha poi continuato come “ambulante” a portare il cinema per le città della provincia lombarda almeno fino al 1935 quando poi si è dedicato ad altre attività.

Una storia che è piaciuta tantissimo allo studioso aretino e che è rientrata nella settimana dell’arte con l’appuntamento “Il cinema ritrovato, tra emigrazioni e ritorni”, una serie di appuntamenti che profumano di riscoperta, antiquariato, di pionierierismo e che dal 1 luglio al 20 agosto sarà esposta a Palazzo di Fraternita.

La mostra di Arezzo ricostruisce la passione di Bernasconi per il cinema e presenta una serie di macchine e attrezzature con cui si “faceva” il cinema muto. Tra le curiosità anche una particolare “Macchina musicale” a manovella che lo stesso Bernasconi faceva usare dalla sorella durante le proiezioni.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Giugno 2017
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