Gerani, rabarbaro e fiordalisi: da Bregazzana a Robarello

Il reportage naturalistico del martedì del nostro lettore Teresio Colombo

Teresio Colombo escursione 18 giugno

Il tradizionale reportage dell’escursione naturalistica del nostro lettore Teresio Colombo

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Teresio Colombo da Bregazzana a Robarello 4 di 15

 

Da Bregazzana a Robarello; e un giro alle Pizzelle

Il giorno 11/6 con mia moglie scegliamo come meta per la nostra uscita Bregazzana, o meglio la strada militare voluta dal Generale Cadorna come linea di difesa da eventuali attacchi degli eserciti imperiali austro tedeschi, il passaggio ci viene offerto dalla figlia Lidia con partenza alle ore 9 circa. Imboccata la strada militare subito dopo la prima curva un bel Geranio nodoso (Geranium nodosum) (01) questa geraniacea abbastanza comune nei boschi del varesotto ma non facile da fotografare preferendo come luoghi di crescita le zone meno luminose; poco più avanti è in piena fioritura la Barba di capra (Auruncus dioicus) (02) questa rosacea, comune nei nostri boschi, presenta infiorescenze simili sia su piante maschili che su quelle femminili, ha un buon valore ornamentale molto limitato dalla capacità di attrarre piccoli insetti in quantità notevole, sono ricercati i nuovi getti a primavera che vengono ricercati perché commestibili; dopo aver percorso un centinaio di metri imbocchiamo il sentiero sulla sinistra lungo il quale incontriamo dei cespugli di Rovo scabro (Rubus hirtus) (03) anche di questa rosacea sono forniti tutti i nostri boschi ma la classificazione rimane dubbia per coloro, come me, che amano i fiori spontanei ma hanno una conoscenza assolutamente hobbistica delle diverse specie; arrivati al fiume o torrente che dir si voglia, nella parte dove il bosco ha una quantità di alberi maggiore nel sottobosco si vede una bella fioritura di Rosa corimbifera (Rosa corymbifera) (05) questa rosacea comune in tutto il parco la si ritrova in cespugli che difficilmente superano i 50 cm di altezza; nelle vicinanze si vedono alcuni esemplari di Latte di gallina a fiori giallastri (Ornithogallum pyrenaicum) (06) questa liliacea si sta estinguendo anche per il continuo abbassarsi delle falde acquifere, la fotografo anche se ormai al frutto, anche le lunghe foglie erbose che solitamente ci accompagnano in tutta la stagione invernale sono ormai scomparse; sempre qui nella valle scavata dal torrente incontro un gruppo di Stregona dei boschi (Stachys sylvatica) (07) questa pianta appartenente alla famiglia delle labiate è comune nei siti ad alto tasso di umidità. Nel frattempo mia moglie ha controllato i progressi nello sviluppo delle salamandre e ritiene che più di una sia pronta a lasciare l’acqua per correre sulla terra mi avvicino, constato la giustezza di quanto affermato, ma non ci sono le condizioni per una foto accettabile a questo punto decidiamo di risalire la vallata mangiando mirtilli e lamentandoci di non aver portato i contenitori per portarceli a casa, così fra qualche mirtillo e qualche buona fragola raggiungiamo i prati con la vista della ex cascina Tagliata, a questo punto scegliamo di seguire la strada in terra battuta che passa sul retro del Gulliver ed è lì che troviamo una pianta di Rabarbaro (Rheum rhabarbarum) (07) questa poligonacea è senza dubbio sub spontanea derivata, presumibilmente da precedenti coltivazioni, infatti era una pianta tipica degli orti negli anni scorsi; poco più avanti vediamo alcune Fragole matte (Duchesnea indica) (08) questa rosacea che come si vede nella foto continua a fiorire anche dopo aver portato a maturazione i primi frutti fenomeno questo che si rinnova dalla fine dell’inverno all’autunno; inizia la discesa, passiamo la sede del Gulliver e continuiamo a scendere con la speranza di trovare l’ erba cucca invece devo accontentarmi di una piantina di Cespica annua (Erigeron annuus) (09) una composita di origine nord americana e di un Vilucchio comune (Convlvulus arvensis) (10) della famiglia delle convolvulacee.
Il giorno 14/6 scelgo di recarmi al Sacro monte partendo con l’autobus delle 7.40 per essere di ritorno prima della calura del mezzogiorno, arrivo a pizzale Pogliaghi prima delle 8.30 e mi avvio a salire verso il passo delle Pizzelle dal sentiero più a sud; il primo fiore che vedo è una Spigarola bianca (Melampyrum pratense) (11) una scrofulariacea abbastanza comune nei nostri prati; più avanti vedo una serie di piante di Cardo zampa d’orso (Cirsium erisithales) (12). La vista di un giglio rosso ancora in bocciolo mi stimola ad andare a vedere le fioriture più in alto e infatti incontro un cespuglio di Trifoglino erbaceo (Dorycnium herbaceum) (13) questa pianta della famiglia delle leguminose constatiamo ancora una volta la presenza anche se la sua scomparsa, abbastanza recentemente, da alcune province limitrofe meriterebbe una maggiore attenzione degli organismi preposti; da una certa distanza vedo apparire un fiore giallo ad una cinquantina di centimetri da terra, mi avvicino e verifico trattarsi di Enula aspra (Inula salicina) (14) una delle composite abbastanza comuni nel parco; avvicinandomi per fotografare l’enula sul lato sinistro del sentiero vedo sul lato destro una fioritura di Manina profumata (Gymnadenia odoratissima) (15) di almeno dieci esemplari di cui riesco almeno le cinque più vicine a riprenderle con una sola foto; nel frattempo guardando la parete rocciosa vedo che è iniziata la fioritura della Vedovina strisciante (Lomelosia graminifolia) (16) una dipsacacea che fotografo volentieri perché essendo abbastanza isolata si colgono quasi tutte le particolarità in particolare la foglia che è la caratteristica di questo fiore, la cosa che ancora non ho fotografato è Il fusto perenne da cui si dipartono sia lo stelo fiorale che le foglie, anche questa pianta, caratteristica della montagna calcarea attorno ai 1000 m di altezza, e quindi tipica della realtà meriterebbe una maggior attenzione sia di salvaguardia sia di conoscenza; a questo punto vado con passo rapido al valico delle Pizzelle decidendo di andare a controllare la fioritura del giglio martagone, i 4 esemplari che controllo sono ancora al bocciolo e solo uno sta per aprire uno dei boccioli, sono anche fiorite le prime piantine di astranzia maggiore ma mancano di colore. E’ tardi perché mi sono ripromesso di fare la cima del M. Pizzella e fare la discesa dal sentiero alto e andare alla fermata dell’autobus per le 10.28. Percorro la salita senza soffermarmi sulla fioritura della Barba di becco pratense o sul cardo asinino che per il momento è limitato al giro delle foglie basali solo una Piantaggine pelosa (Piantaggine media) (17) attrae la mia attenzione; proseguendo nella discesa un cespuglio di Fiordaliso montano (Centaurea montana) (18) almeno così mi sembra dalle foglie. Arrivo, l’autobus è già partito sono le 10.28 al mio orologio ma l’unica cosa è aspettare la corsa successiva bevendo una rinfrescante lattina di aranciata.
Teresio colombo

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Pubblicato il 20 Giugno 2017
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