Merletti: “Ecco perché la Cina fa meno paura”

Per il presidente di Confartigianato nazionale tutto ruota su un unico perno: la persona. Non solo come sinonimo di "capitale umano", ma come portatore di una aspirazione a crescere ben oltre i valori economici

Sedici pagine, tanto era lunga la relazione di Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato nazionale. Dentro ci si puo’ trovare tutto quello che un imprenditore legittimamente potrebbe chiedere al proprio Paese e cioè di essere sostenuto e seguito in modo adeguato. Tutto il discorso di Merletti però ruota su un unico perno: la persona, non solo come sinonimo di “capitale umano”, ma come portatore di una aspirazione a crescere ben oltre i valori economici.

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In apertura del suo intervento, Merletti ha infatti parlato di «valore etico e sociale espresso dagli imprenditori, dalle loro famiglie e dalle loro comunità territoriali» che sono i veri custodi di una tradizione di sapere e saper fare che è qualcosa di più che benessere economico, importante certo, ma non quanto la coesione sociale che una buona impresa è in grado di generare. Il presidente di Confartigianato non rivendica il copyright ma cita la fonte, ovvero Papa Francesco: «Non c’è buona economia senza buoni imprenditori, senza la vostra capacità di creare, creare lavoro, creare prodotti. L’imprenditore deve essere prima di tutto un lavoratore, capace di creatività, amore per la propria impresa, passione e orgoglio per l’opera delle mani e dell’intelligenza sua e dei lavoratori».

Merletti ha incassato molti applausi, compresi quelli di quattro ministri, della presidente della Camera dei deputati e del presidente del Parlamento europeo, quasi tutti in occasione dei passaggi relativi all’importanza della tradizione, della persona, della valorizzazione della cultura d’impresa legata alla missione sociale di creare posti di lavoro, conosciuta e teorizzata anche dagli aziendalisti. «Per noi il lavoro – ha detto il presidente di Confartigianato nazionale – porta benessere, ma soprattutto dignità e inclusione sociale». Questo è un passaggio politico fondamentale perché traccia una linea netta tra una visione “assistenzialista“, che vorrebbe il reddito di cittadinanza, e una visione “dignitosa“, che presuppone il guadagno in presenza di un lavoro. La differenza tra le due visioni sta proprio nel fatto di essere un imprenditore artigiano. «È vero, per noi le imprese non sono astratti strumenti per fare soldi, sono luoghi dove le persone hanno volti e anime, dove si svolge la loro, la nostra vita. L’economia senza volto è spietata, speculativa e spersonalizzata».

Il presidente degli artigiani non è uscito di senno anche se si è spinto a citare il Papa fino alla «mistica dell’amore per il ben fatto, per la ricerca della perfezione», qualità intrinseca alle «nostre imprese». È in questa condizione strutturale che, secondo Merletti, consiste la vera forza degli imprenditori italiani e del Made in Italy. Entrambi non sono un mito ma espressione concreta di un sistema capace di evolvere e competere con chiunque. È per tutti questi motivi che oggi «La Cina fa meno paura».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 20 Giugno 2017
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