Nel cuore del deposito delle scorie radioattive al Jrc di Ispra

Il deposito temporaneo (Isf) è pronto dal 2013. Le scorie prodotte dal Jrc di Ispra verranno stoccate in attesa di essere trasferite entro il 2030 al deposito nazionale

Si chiama Area 40, si trova all’interno del Jrc di Ispra e ospita fin dal 2013 il deposito temporaneo (Interim storage facility- Isf) dove saranno stoccate le scorie radioattive prodotte in quasi 60 anni dal centro di ricerca europeo sul Lago Maggiore, in attesa di essere trasferite nel deposito nazionale, non appena sarà costruito. Nell‘Isf, hanno spiegato gli esperti dell’unità di disattivazione nucleare, saranno stoccati i fusti con le scorie del Jrc di Ispra, rifiuti di bassa e media attività che in base alla legge italiana vengono classificati come categoria intermedia.

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I fusti sono incapsulati in contenitori cementati del peso di 12 tonnellate di media (il peso finale dipende dal tipo di rifiuto) e testati contro tutti gli eventi esterni (calore, pressione, corrosione accelerata, caduta dall’alto), secondo quanto richiesto dalla normativa italiana che prescrive le cosiddette “prove di qualifica“. I contenitori saranno movimentati tramite un muletto elettrico della portata di 20 tonnellate per evitare la presenza di idrocarburi nel deposito. «L’Isf – ha detto un tecnico – è a prova di attacco aereo. Le scorie per arrivare qui fanno un brevissimo tragitto tutto interno al jrc».

IL PROGRAMMA TERMINERA’ NEL 2030
Il programma di disattivazione e gestione dei rifiuti del Jrc risale al 1999 e ha lo scopo di eliminare progressivamente gli impianti nucleari all’arresto. Il termine è previsto per il 2030, con il rilascio del sito in una condizione di non rilevanza radiologica che gli esperti definiscono con l’espressione “green field” (prato verde) ovvero un’area sicura al punto tale  che anche un bambino possa giocarvi sopra senza pericolo. «Questo programma – ha spiegato Paolo Peerani, capo dell’unità di disattivazione del Jrc – comincia con la costruzione di quelle strutture che servono per l’adeguata gestione del rifiuto radioattivo. Quindi abbiamo attrezzato l’area 40 all’interno del Jrc con tutte le infrastrutture che serviranno per gestire tutti i rifiuti generati qui in 60 anni di ricerca nucleare più le strutture che ci sono servite per il programma, come i laboratori di misura e le stazioni di cementazione per fissare i rifiuti radioattivi e isolarli così dall’ambiente».
Tra le strutture costruite c’è anche l’Isf concepito per raccogliere tutti i rifiuti radioattivi di Ispra, a partire da quelli storici fino alle strutture per la disattivazione. Quindi tra vent’anni, quando tutte le installazioni nucleari di Ispra saranno totalmente smantellate, rimarrà solo l’interim storage facility pieno di rifiuti che una volta conferiti al deposito nazionale permetteranno di ottenere il cosiddetto “green field”, cioè un sito pulito.

LA DESTINAZIONE FUTURA DEI RIFIUTI RADIOATTIVI  DI ISPRA
C’è un accordo tra la Commissione europea e il Governo italiano che risale al 2009, in base al quale i rifiuti radioattivi presenti  nel sito di Ispra saranno trasferiti al deposito nazionale non appena questo sarà disponibile. Nel caso in cui il deposito non sarà pronto entro il 2030, i costi  dello stoccaggio dei rifiuti se li accollerà lo Stato italiano.

 

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 14 Giugno 2017
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