Pd, Galimberti vuole la conta ma si rischia il caos
Si aggrava la frattura nel Pd. Espulsioni in vista? Polemiche su una frase di Luca Paris che allude a possibili dimissioni del sindaco
Rischia di diventare una guerra interna con conseguenze imprevedibili, la strana convocazione che il segretario cittadino Luca Paris ha inviato agli iscritti Pd di Varese per l’assemblea di lunedì sera. Nella sede di via Monterosa infatti c’è molta insoddisfazione per la piega che sta prendendo la vicenda.
Da una parte i fedelissimi del sindaco Davide Galimberti che spingono per arrivare a una severa censura dei tre consiglieri che hanno votato in dissenso con il sindaco sulle questioni che riguardano la Lega Civica e la casa di riposo Molina, dall’altra invece chi ritiene che Galimberti stia forzando troppo la mano e che organizzare un’assemblea per “processare” dei militanti storici come Fabrizio Mirabelli o Luisa Oprandi, in un partito che ha sempre gestito il dissenso, sia una forzatura.
In difesa di Mirabelli lunedì sera sarà certamente presente il deputato Daniele Marantelli, a sua volta avversario di Galimberti nelle primarie del 2015 ed esponente della corrente di Andrea Orlando (mentre il sindaco è renziano).
Certo è che il segretario cittadino Luca Paris ci ha messo del suo, inviando una convocazione in cui scrive, addirittura, che si dovrà valutare se proseguire nella amministrazione della città.
La giunta Galimberti si vuole dimettere? Un messaggio che ha fatto sobbalzare in tanti dalla sedia e che significa che il sindaco potrebbe anche dimettersi se il partito non gli desse una delega totale sulla sua linea. Questa frase contenuta nella convocazione ha messo in allarme anche gli ambienti economici e sociali varesini, che si chiedono che cosa stia accadendo nel Pd. E’ stata una idea di Paris quella di paventare le dimissioni del sindaco, o è stato lo stesso Galimberti a suggerirlo? La domanda si rincorre in queste ore, ma se Galimberti volesse addirittura dire ai militanti che si dimetterà nel caso in cui non venissero espulsi Mirabelli, Infortuna e Oprandi, si arriverebbe a una deflagrazione interna davvero pericolosa.
In realtà Davide Galimbeti non ha nessuna intenzione di dimettersi oggi, il suo obiettivo probabilmente è solo quello di garantirsi il controllo del partito. Peraltro in tanti nel Pd sostengono la sua linea e chiedono che il dissenso di Mirabelli e Oprandi sia gestito in maniera diversa, all’interno del partito. La litigata in pubblico, e la drammatizzazione improvvisa dello scontro stanno creando molto sconcerto tra i militanti, che vedono minacciata l’esperienza di governo della città. Secondo i ribelli però è il sindaco che ha deciso di drammatizzare la vicenda e di stringere i tempi.
Tutto questo mentre in Comune girano altre voci. E cioè che qualche aiuto in consiglio comunale, in futuro, potrebbe arrivare da esponenti dell’opposizione. Una circostanza che però potrebbe far precipitare il rapporto con Varese 2.0
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