A settembre altri sei profughi, il Comune: «Vigilanza e integrazione»

Partecipata l’assemblea cittadina con cui l’amministrazione sta affrontando il tema. Centrella: «Problema mondiale occorre dal Governo pianificazione anche sui futuri rimpatri»

cocquio trevisago

«Chi arriva a Cocquio si deve integrare coi nostri concittadini e partecipare alla vita di comunità: a questo teniamo molto. Ma mi auguro che le associazioni a cui spetta il compito di gestire i progetti di accoglienza per i richiedenti asilo, si coordino tra loro».

Danilo Centrella, sindaco di Cocquio Trevisago è soddisfatto dell’assemblea pubblica di ieri sera sul tema, dopo la notizia inaspettata dell’arrivo in pese – e già da una decina di giorni – di due coppie di richiedenti asilo provenienti dal Ghana.

Fulmine a ciel sereno perché era in corso con la cooperativa Intrecci e la diocesi di Milano un primo contatto per definire l’arrivo di 6 richiedenti asilo negli immobili di pertinenza della parrocchia.

Queste sei persone arriveranno, ma a settembre.

Nel frattempo le due coppie già in paese – marito e moglie – sono ospitati nell’immobile di un privato gestito dalla cooperativa Agrisol, che fa capo alla diocesi di Como.

In paese, quindi, coabiteranno due distinti progetti di accoglienza, uno che fa capo alla diocesi ambrosiana, l’altro a quella lariana.

Per questo la prima considerazione del sindaco in merito a questo tema è il coordinamento: «Come Comune non possiamo realizzare uno “Sprar” (il sistema di protezione dei rifugiati che coinvolge direttamente i comuni anziché lasciale in mano a società esterne ndr), non ne abbiamo la possibilità, né la volontà politica. Daremo quindi la massima disponibilità a chi vorrà farsene carico, vigilando su ciò che viene fatto e sull’effettiva formazione e integrazione dei richiedenti asilo presenti sul nostro territorio. Per questo chiedo in maniera chiara che i soggetti titolati all’accoglienza si coordinino, e si parlino».

Nell’autunno 2016 la Prefettura chiese al Comune se erano presenti immobili da adibire all’accoglienza, ma dopo una rapida ricognizione, l’esito della domanda fu negativo. Idem anche per le altre strutture presenti sul territorio, fatta eccezione per la Parrocchia, che mise a disposizione alcuni immobili per accogliere un massimo di 6 rifugiati, cosa che accadrà, come anticipato, nei prossimi mesi.

Nel frattempo le due coppie di profughi già presenti in paese parteciperanno a quattro ore di corsi di lingue al giorno e di loro si occuperà personale della cooperativa Agrisol (diocesi di Como) che a settembre attiverà dei corsi di formazione finalizzati a professionalizzare il più possibile queste figure, nell’ottica di una possibile permanenza in autonomia.

Questo punto è molto importante nei ragionamenti legati ai richiedenti asilo, vale a dire il “dopo”: che succederà a queste persone una volta ottenuto lo status di rifugiato? (per il quale ad oggi occorre una trafila di oltre un anno).

E qualora la decisione dei tribunali fosse contraria e non conferisse questo status, che succederà?

«Penso che questa sia la domanda più importante e che prevede una risposta che sarà il Governo a dover dare – conclude Centrella – . I Comuni già oggi devono fare degli sforzi importanti per gestire la fase dell’arrivo e della permanenza. Ma tra un paio d’anni, quando si porrà il problema dei rimpatri per quanti non hanno lo status di rifugiato – e sono molti, circa il 70% – allora dovrà essere il Governo ad intervenire. Mi auspico che questo avvenga non col solito metodo all’italiana, cioè con l’emergenza continua, ma con una pianificazione studiata ed efficace».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

Un giornale è come un amico, non sempre sei tu a sceglierlo ma una volta che c’è ti sarà fedele. Ogni giorno leali verso le idee di tutti, sostenete il nostro lavoro.

Pubblicato il 07 Luglio 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.