Mazzucchelli 1849, il welfare ha due secoli di vita

La storica azienda plastica è entrata a far parte della rete Giunca, la prima rete di imprese in Italia dedicata al welfare. Giovanni Cassataro: «In tutti questi anni la differenza l'ha fatta il capitale umano»

mazzucchelli 1849

«Aderire alla rete di welfare Giunca per noi è stata un’azione coerente perché in sintonia con i nostri valori e con la tradizione della famiglia Mazzucchelli, da sempre attenta alla responsabilità sociale nei confronti dei propri dipendenti e del territorio». La tradizione di cui parla Giovanni Cassataro, responsabile delle risorse umane della Mazzucchelli 1849, affonda le sue radici in quasi due secoli di storia industriale e in sei generazioni di imprenditori, particolare importante per comprendere la trasformazione che sta attraversando il welfare in Italia. Dal paternalismo industriale – sul modello dei cotonifici della famiglia Crespi, tanto per intendersi – alla contrattazione aziendale c’è stata nel tempo un’evoluzione molto articolata che sul territorio si è spinta fino alla costituzione di Giunca, la prima rete d’imprese in Italia a scopo mutualistico.

«Nel caso della Mazzucchelli – continua Cassataro – c’è una mission quasi naturale verso i suoi lavoratori e le loro famiglie. Per fare un esempio, l’azienda già da moltissimi anni ha messo a disposizione dei dipendenti, dei pensionati e dei loro famigliari un poliambulatorio medico che fornisce diverse prestazioni, tra cui la cardiologia e la gastroenterologia. È stata una scelta etica e non legata alle mode del momento».

Nelle scelte di un’azienda c’è una sensibilità che spesso riflette le richieste dei dipendenti. In prima battuta viene da pensare ai tipici bisogni legati alla salute, all’assistenza medica in genere e allo studio. Il fronte del welfare è però ben più articolato. Comprende infatti anche l’affermazione di principi generali che prescindono dall’immediata utilità per il singolo lavoratore, come per esempio la solidarietà. Non stupisce dunque il fatto che in alcune aziende, anche della nostra provincia, gli accordi integrativi prevedano la banca ore etica”, con cui un lavoratore può donare una parte o tutte le ore accantonate a favore di colleghi che ne abbiano bisogno.

Gli accordi integrativi negli ultimi due anni si sono moltiplicati come se fossero stati sottoposti a una forte accelerazione determinata da fattori esterni. Il pensiero va subito al contratto dei metalmeccanici che, avendo fatto del welfare integrativo una sorta di manifesto epocale, potrebbe aver svolto quel ruolo. E non sorprenderebbe, perché il contratto delle tute blu ha da sempre un valore politico per l’intero sistema delle relazioni industriali italiane. «Nel welfare c’è un’evoluzione ciclica – spiega il manager dell’azienda di Castiglione Olona -. Negli ultimi decenni in Italia ha inciso la carenza strutturale del sistema, mentre il resto lo ha fatto un rinnovamento che è naturale quando si parla di welfare. A loro volta le parti sociali hanno preso atto di questo cambiamento».

Tra le ragioni che hanno portato la Mazzucchelli 1849 a entrare a far parte della rete Giunca c’è una sintonia sui valori che ruotano intorno alla grande risorsa dell’azienda, il cosiddetto capitale umano. «C’è una cosa che più di tutte contraddistingue la nostra azienda: il grande senso di appartenenza dei suoi lavoratori – conclude Cassataro -. Durante l’esondazione dell’Olona nel 1976, i lavoratori si mobilitarono per salvarla dalle acque. In occasioni degli anniversari, i nonni accompagnano per mano i nipotini nei nostri stabilimenti, mostrando con orgoglio il luogo dove hanno lavorato. Il valore sta nel reciproco riconoscimento, un connubio che in tutti questi anni ha fatto la differenza».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Luglio 2017
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