Come un riccio può cambiarti la vita

La storia di Massimo Vacchetta, veterinario nelle Langhe che da tre anni ha aperto un piccolo centro, La ninna, che si prende cura dei ricci

“Ivo è arrivato da noi che pesava ventitré grammi. Pochissime le possibilità di sopravvivere. Lo abbiamo vegliato per notti intere, somministrato flebo, alimentazione, fatto massaggi. Nessuno pensava che ce l’avrebbe fatta”.

A parlare è Massimo Vacchetta, classe 1967, veterinario di bovini, mentre ci mostra un riccetto energico e vispo. Racconta la storia di Ivo ma conosce anche quella di Cinzia, Selina, Amedeo e di tutti  i ricci presenti nella struttura.

Siamo a Novello, nel cuore delle Langhe, dove tra panorami spettacolari e filari di viti è nato, tre anni fa, il Centro di recupero ricci La Ninna. L’attività è un distaccamento del CRAS (Centro recupero animali selvatici) di Bernezzo, aperto grazie alla passione e alla dedizione di Massimo.  Come lui stesso ci racconta, questi piccoli animali arrivano anche da lontano, portati da chi li trova feriti ai bordi delle strade, o nei propri giardini dove si spingono in cerca di cibo e acqua.

“La verità è che c’è sempre meno spazio per gli animali selvatici, i ricci in particolare rimangono spesso feriti dai tagliaerba o investiti dalle auto”.

Questi, una volta giunti al Centro, vengono accuditi e curati, se occorre persino operati presso una clinica non lontana. Oltre a Massimo, che dedica gran parte del suo tempo alla Ninna, a lavorare si alternano alcuni volontari. Quando le  condizioni degli animali migliorano vengono rimessi in libertà, preferibilmente non lontano da dove sono stati trovati perché possano reintegrarsi in un ambiente già noto e pertanto più sicuro.  Per alcuni  questo non è possibile, perché presentano disabilità incompatibili con una vita autonoma in natura. Per loro Massimo ha ricavato uno spazio in giardino, con piccole tane tra ulivi e cespugli.

Ma da dove arrivano tanta passione e dedizione per degli animali così piccoli? Massimo lo racconta in un libro, “25 grammi di felicità” scritto in collaborazione con Antonella Tomaselli,  edito da Sperling & Kupfer. Un libro che sta ottenendo un grande successo nel nostro paese e all’estero, che racconta la storia di Massimo e di come un piccolo esserino può cambiarti la vita.

“L’incontro casuale con Ninna, un piccolo riccio di soli venticinque grammi mi ha davvero cambiato la vita. Uscivo da un periodo buio e occuparmi di una creatura tanto piccola e indifesa ha mosso qualcosa dentro di me, qualcosa di potente. Da quel giorno, lentamente, ho capito quanta dignità ci fosse nel prendersi cura di un essere indifeso, e quanta gioia potesse dare vederne la guarigione”. Da quell’incontro nasce il desiderio di fare qualcosa di più, l’apertura del Centro  – che porta il nome proprio di quel primo riccio-  il libro e molti progetti.

Una pagina Facebook con migliaia di visite  dove quotidianamente Massimo posta foto, video e racconta le storie e i progressi dei suoi ricci. Un ampliamento strutturale del Centro, già avviato e che lo doterà di spazi ambulatoriali dedicati. Un sogno ambizioso ma sostenuto dall’entusiasmo di Massimo, che racconta con passione i progetti per il futuro mentre dà il latte a due piccolissimi cuccioli appena arrivati.

“I ricci sono animali selvatici, e come tali vanno trattati. E’ possibile stabilire una relazione con loro, senza però farne animali domestici: non faremmo il loro bene”, ci dice Massimo al momento dei saluti.

Per chi volesse credere nel suo sogno e sostenere i progetti del centro La Ninna c’è la possibilità di un’adozione a distanza. Le informazioni le si possono trovare sulla pagina Facebook.

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Pubblicato il 29 Luglio 2017
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