Il lupo Dolce Camillo può essere utile all’uomo

Il commento di Pier Fausto Vedani dal suo punto di osservazione sull’Appennino reggiano, dove di lupi se ne intendono

lupo apertura lunga

Il lupo del parco del Ticino non mi ha colto di sorpresa. Di questo predatore so abbastanza vivendo parte dei giorni della mia vecchiaia sull’Appennino reggiano dove a causa dei lupi qualche insicurezza a volte affiora, anche se certamente non ho gli incubi che mi provocarono la lettura di un romanzo di Ignazio Silone. Il grande scrittore  abruzzese  ben conosceva  presenza  e comportamenti  di un animale che  con gli orsi condivideva un regno fatto di foreste, boschi e pascoli lontani da grandi centri abitati.

E’ un solitario, forse un’avanguardia, il lupo del Ticino, ma non è destinato a esserlo per sempre. Dove i lupi arrivano se non hanno già famiglia presto la formano perché non tutti i cani randagi sono loro nemici. E quando le cucciolate aumentano qualche problema per l’uomo arriva.

In Appennino i primi lupi furono avvistati sulle montagne più alte e davano la caccia  a folti gruppi di cinghiali che, come da noi nel Luinese, infastidivano l’uomo scendendo di quota per devastare orti e campi. Terminata la grande caccia al combattivo cinghiale, ecco una preda facile e appetitosa: i caprioli, che a battaglioni avevano invaso colline e montagne ed erano bene accettati da tutti gli umani con l’eccezione degli automobilisti per via di inopinati attraversamenti notturni delle strade.

Per sfuggire ai lupi da qualche tempo i caprioli sono scesi in pianura e a volte li si vede pascolare alla periferia di Reggio Emilia.

Rispettati  dall’uomo, pure i lupi sono stati avvistati alle porte della città: tutti sempre alla caccia di caprioli.

Essendo ignoto l’alfabeto dei lupi gli addetti alla loro tutela non stamperanno  premurosi avvisi, certamente però ricorreranno a manifesti con grandi foto che convoglieranno i lupi nei pressi del macello pubblico dove verrà aperta una mensa per consumare razioni di sopravvivenza.

Per noi filomontanari – mi considero tale, lo era la mia nonna materna – la calata in pianura dei lupi, magari partendo dalle prime colline, è una soluzione che offre tranquillità  soprattutto a chi abita in solitarie frazioni o in casolari dell’ Alto Appennino: non ci sarà più una discreta sorveglianza dei bimbi che giocano sull’aia o ai dei ragazzini che dovranno fare  isolate strade a piedi per andare a scuola.

Non ci sono mai stati attacchi all’uomo da parte dei lupi, ma i contatti oggi sembrano potenzialmente ravvicinati.

Ma da parte della gente di montagna ecco, dopo polemiche e richiami all’attenzione, un clamoroso colpo di scena: turisti che percorrevano sentieri in alta quota dei più noti monti della catena toscoemiliana sono stati attaccati dai cani che sorvegliano greggi di pecore. Animali gelosissimi dei loro territori, forse in quell’occasione incustoditi, hanno creato situazioni angosciose che hanno suscitato successive vivaci reazioni dei turisti. Non tutti i cani sono amici dell’uomo, ma solo dei loro padroni e una morsicata se la permettono volentieri.

I lupi oggi hanno la saggezza di Akela, celebre capobranco del “Libro della giungla” di Kipling, sanno che  la maggior parte delle volte è meglio stare alla larga dalle Alte Zampe, l’uomo.

Senza dubbio essi si considerano  sempre una grande famiglia e nei giorni scorsi le forti tempeste di vento del Nord hanno fatto arrivare loro alcuni preziosi messaggi. Si è così saputo che il lupo del Ticino si chiama Dolce Camillo e pare che per parte di madre discenda addirittura da Akela. Non è che abbiamo un Lapo nel parco del Ticino, ma come tutti i nobili è un po’ distaccato dalle terrene cose e quindi i parenti gli mandano a dire di evitare i fastfood, di non bere le acque di fiumi e di torrenti di quella zona del Varesotto perché come minimo si buscherebbe una colite che avrebbe poco dignitose conseguenze. Dolce Camillo può  essere invece utile con  terrificanti ululati quando vede uomini trasformare i boschi in discariche o trafficare con bustine di un prodotto da annusare  che prima rincretinisce e poi uccide. Deve il nostro adottabile lupo inoltre accettare i consigli di Alte Zampe  che si presenta come amico e lo vuole sempre libero e con dignità. E attenda paziente una sua compagna. Le unioni o le amicizie con i cani possono avere conseguenze molto negative.

Anche e soprattutto perché con i tempi che corrono tutti amano essere lasciati in pace.

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Pubblicato il 13 Luglio 2017
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