L’arrestato per l’omicidio davanti alla pizzeria ha 31 anni e vive e lavora a Cislago

Dopo la i fatti di quella notte aveva attraversato il confine verso la Francia per poi dileguarsi. Quando è atterrato a Malpensa dalla Tunisia sono scattate le manette

procura busto arsizio

L’uomo fermato a Malpensa e ritenuto il presunto responsabile dell’omicidio di Jalel Chamki, 25 enne, ucciso a coltellate lo scorso 25 giugno davanti ad una pizzeria/kebab, è un 31enne tunisino.

Lo hanno annunciato durante la conferenza stampa in procura a Busto Arsizio il sostituto procuratore Francesca Gentilini, il Maggiore dei carabinieri Paolo Tiadina e il colonnello Claudio Cappello.

A dispetto delle prove raccolte contro di lui, ritenute molto solide dagli investigatori tanto da aver ottenuto l’arresto in custodia cautelare, la persona fermata ha un profilo opposto a quello che ci si dovrebbe aspettare da un criminale.

A differenza della vittima, all’epoca dei fatti senza fissa dimora e senza occupazione con un passato fatto di problemi con la legge anche legati al commercio di droga, il tunisino arrestato pare essere quasi completamente integrato: aveva casa a Cislago e un lavoro come saldatore in una ditta del luogo, non aveva precedenti penali e nulla che lasciasse immaginare la possibilità di un risvolto omicida.

Le prove raccolte sulla scena del crimine, però, avevano condotto gli investigatori, guidati dal sostituto procuratore Francesca Gentilini, subito a lui. In via 4 novembre a Cislago, dove venne rinvenuto il cadavere di Khamckhi con un profondo taglio alla gola, furono ritrovati due oggetti ritenuti compatibili con l’arma del delitto: un coltellino svizzero sporco di sangue e il collo di una bottiglia. Su questi sono ancora in corso gli esami della scientifica ma le testimonianze di quella sera raccolte dai carabinieri avevano portato direttamente all’uomo arrestato oggi.

Proprio quella sera, secondo quanto ricostruito, il 31enne sarebbe andato a casa per poi svegliarsi la mattina presto, attraversare il confine verso la Francia per poi dileguarsi. Non aveva avuto troppi ostacoli, del resto risiedeva regolarmente in Italia e aveva documenti e un buon lavoro. Proprio questa situazione di stabilità aveva fatto pensare fin da subito che sarebbe potuto rientrare in Italia per regolare i suoi conti.

A casa sua gli investigatori hanno trovato delle tracce di sangue e dopo aver appurato che non si trovasse più in Italia hanno concordato con le autorità aeroportuali di Malpensa il monitoraggio di tutti i voli proveniente dalla Tunisia.

Come ipotizzato nella serata di martedì 25 luglio il 31enne è atterrato a Malpensa a bordo di un volo regolarmente acquistato e con tutti i documenti in regola. È probabile che sapesse di essere cercato, questo verrà verificato negli interrogatori, ma è rimasto comunque sorpreso quando le manette sono scattate appena messo piede in aeroporto.

I motivi di quel che è successo quella sera sono ancora tutti da ricostruire. Certo era una giornata particolare, la comunità musulmana festeggiava la fine del ramadan e i presenti hanno descritto una situazione molto euforica prima e molto agitata poi. Per ora alla base dell’omicidio si contestano i futili motivi, probabilmente una rissa scappata di mano magari a causa degli effetti dell’alcol in circolazione.

Sta di fatto che il profilo delle due persone era completamente diverso, pregiudicata la vittima e incensurato il sospettato che, addirittura, potrebbero essersi conosciuti quella sera stessa davanti alla pizzeria.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 26 Luglio 2017
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