Perseguita la ex-moglie anche dai domiciliari, 56enne finisce in cella

L'uomo molestava l'ex-moglie con telefonate e messaggi dall'abitazione dove era stato ristretto proprio per atti persecutori e maltrattamenti nei confronti della donna

arresto evasione gallarate carabinieri febbraio 2014

Gli arresti domiciliari non sono stati sufficienti a placare l’animo surriscaldato di un 56enne di origini siciliane, già noto alle forze dell’ordine per le sue intemperanze nei confronti delle donne che ha frequentato.

L’uomo, che vive a Parabiago da tanto tempo, si è separato dalla moglie ma nei suoi confronti, nel corso degli anni e fino allo scorso, si era reso responsabile di atti persecutori e maltrattamenti in famiglia. Atti persecutori, come detto, continuati anche quando la donna si era trasferita a Trezzano sul Naviglio.

Lo scorso 31 maggio il primo arresto, con il collocamento agli arresti domiciliari a Parabiago, dove A.P. sarebbe dovuto rimanere in attesa del processo. Sta di fatto, però, che questa misura si è dimostrata meno efficace di quello che si riteneva. Difatti i Carabinieri hanno potuto raccogliere, nel prosieguo degli accertamenti in cui hanno vigilato se “ai domiciliari” l’uomo stesse osservando le prescrizioni, che lo stesso stava continuando a tormentare la vittima con continui contatti, chiamate e messaggi, dal contenuto assillante a volte minaccioso, comunque inquietante.

Da ciò l’ulteriore informativa alla Procura di Busto Arsizio con la decisione del GIP di revocare gli arresti domiciliari e di trasferirlo in carcere.

L’uomo non era nuovo a questo atteggiamenti, già nel 2001 era stato denunciato da una sua fidanzata di allora per minaccia e molestie. Allora il reato di Atti Persecutori o Stalking non esisteva ma le circostanze dei fatti sono assai simili a quelle che lo hanno visto pessimo protagonista in questi mesi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Luglio 2017
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