“Sbagliato pensare di fermare il crimine innalzando barriere”

Così il consigliere provinciale Giuseppe Taldone: "Perché non sviluppare una politica di dialogo che favorisca la crescita?"

cremenaga

Riceviamo e pubblichiamo a nota a firma del consigliere provinciale Giuseppe Taldone dopo gli ultimi fatti di cronaca al confine fra Italia e Svizzera 

La notizia diffusa dalle autorità elvetiche di una rapina avvenuta l’8 luglio ad un distributore di benzina in prossimità del valico di Cremenaga, ha riacceso nuovamente le polemiche in zona di confine.

La Lega dei Ticinesi si è subito mobilitata per la chiusura di tutti i valichi minori durante gli orari notturni, giusto per cominciare, compreso Ponte Cremenaga. La rapina non è avvenuta di notte ma ciò per loro è un dettaglio irrilevante viste le posizioni preconcette.

Pensare di voler fermare il crimine sollevando barriere è già illogico di suo. Se poi le barriere sono le semplici sbarre doganali, allora la faccenda diventa pure grottesca. Non è questa la strada per garantire sicurezza. Oggi abbiamo a disposizione ciò che serve in termini di tecnologia ed intelligence e se si vogliono affrontare le cose seriamente lo si può fare senza troppi problemi. Evidentemente non è questo il punto. Atteggiamenti del genere, oltre che inutili, possono essere causa di ulteriori problemi.

Per esempio in caso di frane o smottamenti si può avere il blocco di strade italiane e la chiusura del valico può essere un vero e proprio ostacolo al rapido arrivo a Cremenaga di mezzi di soccorso provenienti da Luino. Chi sostiene la necessità di chiudere le dogane lo fa in modo decisamente pretestuoso, puntando sulla paura e sul fatto che oggi posizioni estreme possono favorire il facile consenso. Tirare in ballo la sicurezza è solo un espediente per aggirare l’ostacolo del rispetto dei trattati internazionali come quello di Schengen che impone la libera circolazione delle persone.

Con fermezza ci opponiamo a ciò e continueremo a farlo. Ticinesi e Lombardi devono saper convivere nel rispetto reciproco visto che tanto hanno in comune in termini di lingua, storia e cultura. Ne è un esempio la stessa ‘Regio Insubrica’, che nasce proprio con lo scopo di promuovere l’integrazione transfrontaliera nella regione italo-svizzera dei laghi prealpini, favorendo il dialogo e la cooperazione tra il Canton Ticino e le province italiane di Varese, Como, Verbano-Cusio-Ossola, Novara e Lecco. Una vera e propria comunità di lavoro che si estende su di un’area storicamente omogenea, che parla la stessa lingua, ossia il dialetto lombardo occidentale e che trae origine da uno stesso popolo, gli Insubri. Inoltre questo territorio transnazionale per quattro secoli è stato parte integrante del Ducato di Milano, la cui bandiera, sia pure a colori invertiti (croce rossa su sfondo bianco), ricordava quella elvetica. Per la Svizzera confinare con la Lombardia è sicuramente un’opportunità visto che si tratta di una regione ricca e capace di trainare l’intera economia italiana.

Non per nulla si sta collaborando per realizzare l’alta velocità ferroviaria Alptransit. Stando così le cose non si capisce perché non lavorare insieme con fiducia, perché non sviluppare una politica di dialogo che favorisca la crescita e porti, per esempio, ad apprezzare meglio la professionalità dei nostri frontalieri. Sono sicuro che questo è il pensiero dominante non solo tra i Lombardi. Per questa ragione faremo di tutto per evitare che forze politiche estremiste d’oltre confine possano avere il sopravvento ed imporre una politica basata su anacronistici ed ingiustificati protezionismi.

Giuseppe Taldone
Consigliere Provinciale 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Luglio 2017
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