Siccità, la soluzione della Beccalossi:”Riempire d’acqua le cave dismesse”

L'assessore alla difesa del suolo lo ha proposto in un convegno dell'Anbi come soluzione alla sempre più frequente carenza idrica che minaccia la prima regione agricola d'Italia

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Realizzare bacini di accumulo utilizzando le cave dismesse, una soluzione concreta che vogliamo mettere in pratica in Lombardia ponendo da subito in essere tutte le modifiche legislative utili per garantire questi interventi. Una strada che intendiamo percorrere anche alla luce dell’ennesima annata difficile caratterizzata dalla siccità. La situazione degli ultimi anni ci impone di pensare, oltre alle misure messe in campo per gestire al meglio l’acqua disponibile, a lavorare per interventi strutturali. Ci stiamo già confrontando con le organizzazioni agricole e con tutti i soggetti che a vario titolo possono essere da questa soluzione per trasformare la nostra idea in progetti e quindi opere”.

Lo ha detto l’assessore al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana di Regione Lombardia Viviana Beccalossi intervenuta oggi a Roma in occasione dell’Assemblea nazionale di Anbi (Associazione nazionale Consorzi di tutela e gestione acque irrigue).

“La Lombardia – prosegue Viviana Beccalossi- si trova quest’estate in una situazione meno grave rispetto ad altre
Regioni, grazie al buon livello di riempimento dei grandi laghi, che dispongono quindi di adeguate riserve per far fronte ai bisogni dell’agricoltura. L’eccezione è rappresentata dal lago d’Idro e dal relativo bacino del Chiese. Proprio da questo territorio è nata l’idea di sperimentare l’uso delle cave per immagazzinare l’acqua che in inverno scorre verso l’Oglio e il Po”.

Durante il suo intervento, l’assessore Beccalossi ha confermato che, oltre alla proposta di legge presentata nei giorni scorsi in Consiglio regionale, gli uffici dell’assessorato sono al lavoro per individuare spazi di modifica sia nella Legge regionale 31/2008 (Testo unico agricoltura) ma anche all’interno del Ptr, il Piano territoriale regionale, mentre andranno verificare tutte le possibili azioni di modifica alle normative che regolano la gestione delle cave.

“Le risorse economiche per adeguare e realizzare queste strutture – prosegue Viviana Beccalossi – sono però stimate in media attorno ai 4-5 milioni di euro per bacino. E’ chiaro che anche il Governo dovrà fare la sua parte per sostenere finanziariamente queste opere fondamentali per preservare la produzione della prima regione agricola d’Italia”.

“Bisogna pertanto – conclude Viviana Beccalossi – abbandonare logiche di riparto delle risorse assolutamente fuori dalla realtà, seguendo un principio di maggiore equità soprattutto visto che i fondi del Piano irriguo nazionale sono sempre più ridotti. Non ci si può permettere, come è avvenuto nel passato, di distribuirli secondo criteri che non hanno più nessuna aderenza con la realtà”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Luglio 2017
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