«Il lago e la sua gente sono la culla dell’Alzheimer Fest»

Michele Farina, giornalista del Corriere racconta il primo festival dedicato alla diffusa malattia degenerativa. «L’importante è condividere, da soli non si va lontani»

Avarie

Michele Farina, giornalista del Corriere della Sera, ha a che fare con le notizie, e difatti alle 15 di oggi sta scegliendo un tandem da affittare, al Lido di Gavirate per urlarla col megafono, questa notizia: “Comincia l’Alzheimer Fest!”.

L’antipasto è pronto per chi sarà già in città, ma verrebbe meglio dire in paese, sul lago a Gavirate, per questo festival che prenderà il via venerdì primo di settembre per continuare lungo l’intero weekend.

L’appuntamento, la “preview” del festival è difatti in programma giovedì sera, 31 agosto, alle 20.45 al Teatro Duse di Besozzo, in via Eleonora Duse, 12, con lo spettacolo teatrale “Il Vangelo Secondo Antonio”, di e con Dario De Luca, di Scene Verticali.

Seguirà una tre giorni che per la prima volta nella storia porterà nella nostra provincia un’attenzione fatta di conoscenza, testimonianze, approfondimenti, cultura e tanta, tanta esperienza attorno a questa malattia.

Ma perché qui, perché a Gavirate, questo Alzheimer Fest?
È la domanda che abbiamo rivolto proprio a Michele Farina, anima e cuore della manifestazione alle prese con gli ultimi dettagli.

«Io, brianzolo, ho scoperto Gavirate quesi per caso, quasi per caso rischiai di perdermela arrivando in paese in una notte di pioggia, invitato dal progetto Rughe, che mi chiese di realizzare una piccola pubblicazione sul problema dell’Alzheimer. Poi sono tornato. Ed ho così scoperto non solo un luogo incantevole, ma un posto fatto di comunità forti che non si voltano dall’altra parte. Una comunità accogliente è anche una comunità che accetta di guardare chi è in difficoltà».

Nell’era della condivisione, dei social, può accadere che invece di fronte al male le famiglie decidano di nascondersi nelle tenebre della difficoltà, capace di trasformarsi in dolore, spesso se ad affrontare un malato resta una sola persona.

«Poco fa eravamo alla Cantina piemontese, qui in piazzetta (Gigino ndr). Entra una ragazza e chiede dove si terrà il l’Alzheimer Fest. Noi la guardiamo e le diciamo: “Ma siamo noi quelli del festival”. E lei: “Bene, spero di non incontrarvi”. E ci racconta delle sue vicissitudini famigliari e del fatto che non vuole proprio saperne di questo argomento. Ecco, questo è l’Alzheimer Fest: scandalo, paradosso e ossimoro: ma come, fai una festa sulla sofferenza?».

È proprio qui il punto: si fa una festa per parlarne. «Chi conosce questa malattia sa che ti toglie tanta roba, un pezzetto alla volta – racconta Farina, che sul tema ha scritto un libro – . Il Vangelo secondo Antonio, per esempio, il primo spettacolo di giovedì sera è anche questo, l’inizio di un festival che non vuole essere calato dall’alto ma frutto di storie di famiglie, coppie, figli, mogli e mariti. Vivere questa esperienza da soli è difficilissimo, condividere è essenziale e raro. Le famiglie si chiudono a riccio e accumulano, cercano di smaltire in qualche modo.
È stato calcolato che il 70% delle persone malate di Alzheimer non esce più dalle quattro mura di casa. L’idea è, quando e quanto possibile, di aprirsi. Questo evento sarà una gita, una visione di chi parte dalla casa di riposo, qui a 300 metri, o da chi verrà a farci visita da Milano, Bologna, dal Trentino o da chissà dove».

Un invito a uscire, condividere e non avere paura, insomma.
Ad oggi sono in città già nove coppie con Alzheimer accompagnate dai loro famigliari, sono veri e propri apripista del festival, a Gavirate per acclimatarsi, veri testimoni di questa manifestazione, che parte dal basso.

«Sono qui per farsi una vacanza», ricorda Michele, «e per farla nel momento in cui il lago è bellissimo e Gavirate costituisce esempio simbolo di luoghi dove alle bellezze della natura corrisponde anche una forte energia della gente; persone, associazioni, che a testa alta riconoscono che si può vivere anche con una forma di demenza. Osservo infine anche un altro dato importante: vedere due amministrazioni pubbliche come quella provinciale e comunale che lavorano insieme pur avendo colori politici diversi, rappresenta un valore aggiunto inestimabile per il territorio».

Potrebbe, quello dell’Alzheimer Fest, costituire l’inizio di un appuntamento fisso? O magari, nei prossimi anni avrà una formula itinerante, per muoversi in tutto il Paese?
«Per ora navighiamo a vista, vedremo che succederà. È però difficile immaginare l’Alzheimer Fest altrove. Qui ha ritrovato la culla e la sua ragion d’essere».

IL PROGRAMMA DELL’ALZHEIMER FEST

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Agosto 2017
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