Scoperta agli scavi: il Monastero di Torba venne distrutto da un incendio

La scoperta avvenuta durante gli scavi archeologici in corso nella struttura del Fai e condotti dall'Università di Padova: trovate anfore annerite, serrature fuse, e un pavimento crollato

Il Monastero di Torba di Torba venne distrutto da un incendio tra il 1400 e il 1500. È la prima grande scoperta a cui si sono trovati di fronte gli studenti e i responsabili dell’Università di Padova durante gli scavi archeologici che sono in corso al Monastero di Torba e che termineranno il prossimo 9 settembre. Nella struttura di proprietà del Fai – Fondo ambiente italiano è infatti cominciata, grazie al sostegno di Regione Lombardia, una campagna di ricerca in diversi punti del Monastero: vi lavorano 13 studenti e diversi responsabili, come la direttrice scientifica Alexandra Chavarria, oltre al sostegno e collaborazione di coloro che per primi scavarono nella zona, sia nel Monastero, sia nella vicina Castelseprio. Come consulenti scientifici sono infatti presenti Gianpietro Brogiolo e Alessandro Deiana. Per l’occasione sono aperte anche delle visite gratuite per il pubblico: da mercoledì a venerdì, alle 15.

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La scoperta dell’incendio è avvenuta nei giorni scorsi: «Stiamo scavando nel sottosuolo di quella zona che erano le cantine del ristorante e ci siamo trovati di fronte ai resti di un incendio – racconta ancora emozionata la Chavarria -. Ovvero travi in legno carbonizzate, ma anche resti di anfore, sia integre che annerite dal fuoco, e persino una serratura che è stata fusa dalle fiamme. Inoltre, sul piano del calpestio abbiamo trovato i resti del pavimento del piano superiore, crollato quando l’incendio ha distrutto la struttura portante. Possiamo datare il tutto tra il ‘400 e il ‘500, per ora in maniera approssimativa. Ma possiamo dire che un incendio distrusse il monastero. Resta da capire, in base ai prossimi studi che faremo anche sui documenti, se le suore sono andate via in seguito all’incendio, o se le fiamme sono arrivate per cause naturali quando la struttura era già vuota».

Tra le sorprese di questi scavi vi è anche il ritrovamento di una pietra funeraria che risale probabilmente al II secolo. «Non ne sono state trovate altre nella zona – spiega la direttrice scientifica -, segno che molto probabilmente è stata portata qui da un altro luogo. Ma questo ci indica sicuramente la presenza nel monastero anche di una certa aristocrazia».

La direttrice scientifica è molto contenta anche della collaborazione che si è creata con chi negli anni passati ha condotto la campagna scavi, come Brogiolo e Deiana: «È molto importante la loro presenza perché ci aiuta a fare connessioni e analisi più dettagliate possibili».

La campagna di scavo 2017 è resa possibile grazie al contributo di Regione Lombardia sull’avviso unico cultura 2017 (L.R. 36/2016) – Ambito A7 – Aree archeologiche e siti iscritti alla lista UNESCO”.

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 31 Agosto 2017
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