Tra i fiori e le piante del Pralugano e del parco di Villa Cagnola

Il racconto e le foto inviate dal lettore Teresio Colombo sul viaggio compiuto nei giorni scorsi tra la Svizzera e l'Italia

Tra i fiori e le piante del Pralugano e del parco di Villa Cagnola

Il racconto e le foto inviate dal lettore Teresio Colombo sul viaggio compiuto nei giorni scorsi tra la Svizzera e l’Italia:

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Tra i fiori e le piante del Pralugano e del parco di Villa Cagnola 4 di 13

Domenica 13/8 invitati dalla figlia Eliana, mia moglie ed io usciamo per fare quattro passi in una giornata di Agosto bella e non afosa; alla richiesta sul dove andare viene accettata unanimemente la proposta di mia moglie di fare un giro nel Pralugano, mia figlia che è alla guida della sua auto si muove in direzione di Brinzio e  inizia a parlare di funghi io dico di averne già visti alcuni ma solo casualmente, ho visto il raccolto del vicino di casa che con la moglie aveva raccolto almeno tre chili di porcini ma era andato fino oltre Disentis nel cantone Grigioni in Svizzera per realizzare quel bottino, intanto simo arrivati al bivio sulla discesa verso la Valcuvia dove mia figlia svolta a destra prendendo la strada per Bedero, ci fermiamo al cartello Pralugano.

Scesi dall’auto cominciamo a verificare l’ambiente in cui ci si trova, scelgo di fotografare la Verga d’oro del Canada (Solidago canadensis) (01,02) una composita diventata comune in tutta l’Europa dopo essere stata importata dall’America del Nord nella seconda metà del XVII° secolo i suoi fiori sono molto apprezzati dalle api anche perché la fioritura inizia ad agosto  per terminare ad ottobre; vicino troviamo una arbusto di Buddleia (Buddleja dividi) (03) importato dalla Cina nel XVIII° secolo il profumo dei suoi fiori è particolarmente attraente per i piccoli insetti come le farfalle tanto che è diventato d’uso comune indicare l’arbusto come l’albero delle farfalle, la quantità di semi che si stimano in alcuni milioni a pianta, ne ha facilitato la diffusione tanto da consideralo un infestante.

Dopo aver fatte le foto ci addentriamo nel Pralugano questa corta vallata chiusa a sud dal Monte Martica a nord dal Monte Mondonico entrambi di origine vulcanica a est dal Poncione di Ganna, un ex fondale marino che le spinte dei movimenti della crosta terrestre hanno innalzato; solo sul lato ovest lo sguardo arriva al monte San Martino non  lasciando vedere la sottostante valle glaciale della Valcuvia eppure questo luogo è del tutto tranquillo e la dolcezza dell’ambiente non fa ricordare i grandi fenomeni che ne hanno determinata la formazione di questa piccola valle; anche l’uomo è passato da queste parti abbastanza  presto infatti più avanti nella vicina valle Travaglia si trovano tracce di prenze umane risalenti all’età della pietra, certamente le invasioni Celtiche che hanno determinato la caduta della civiltà di Golasecca hanno influito  nell’incrementare la popolazione di questi luoghi; l’apertura del passo dei Vescovi, creando un facile collegamento con Arcisate e quindi con la sottostante pianura che ha consentito il passaggio e quindi l’accesso alla pianura, ha contribuito a rendere la zona di sosta delle carovane che passavano le alpi sulla strada del Lucomagno; l’insediamento dei Monaci nella Badia ed il conseguente sviluppo delle attività agricole; la possibilità di contribuire al fabbisogno energetico delle nuove attività industriali cavando la torba nel Pralugano nei primi anni del XX° secolo.

Si arriva così al sentiero messo recentemente a punto dal Parco con un fondo di graniglia di porfido e con tratti di materiale sintetico rialzati fino a 50 centimetri sul livello del terreno che consentono di inoltrarsi con qualsiasi condizione di tempo per godere di una natura così varia e con elementi di assoluta eccezionalità che questi luoghi sono ancora in grado di offrire, ecco una pianta di Morella rampicante (Solanum dulcamara) (04) già vista una quindicina di giorni fa sulla cima Paradiso poco prima dell’entrata al parco dell’Osservatorio con la presenza di frutti rossi perché qui invece in piena fioritura e con i frutti completamente verdi  uno scorcio di una risorgiva (05) con il riflesso del Monte Mondonico; certamente i tempi di fioritura delle diverse specie di vegetazione presenta delle diversità rispetto al Campo dei fiori come ad esempio la Scrofularia alata (Scrophularia ombrosa) (06) di cui sono riuscito a riprender un solo fiore oltre 15 giorni fa qui è ancora in piena fioritura; così come l’Erba di San Giovanni comune (Hypericum perforata) (07) ormai al seme sul Campo dei fiori è al fiore qui a margine del Pralugano; anche il Fiordaliso stoppione (Centaurea jacea) (08) questa composita che nella sottospecie a foglia larga era già sfiorito al pratone delle Pizzelle è in piena fioritura; anche una piccola Linaria comune (Linaria vulgaris) (09) non dovendo ritornare perché Eliana dopo aver fatto la metà del percorso è tornata a riprender l’auto e ci caricherà alla Badia nel frattempo scatto una foto  del Pralugano da est (10),  il risultato è modesto poiché l’area sembra arrivare fino al San Martino quando invece il limite è Bedero Valcuvia e mancano i chiari d’acqua per una foto significativa della zona consiglio la ripesa dal Monte Poncione di Ganna. Seguendo il sentiero per la Badia incontro una bella Campanula maggiore (Campanula latifolia) (11), Eliana ci aspetta alla fine del sentiero, una volta che siamo saliti in auto mi dice che il Pralugano le è molto piaciuto e vi tornerà con gli amici, io raccomando che ci vengano attrezzati per fare un pic-nic nell’area attrezzata allo scopo dal Parco, Eliana mi ferma raccontandomi di aver visto un bel fiore proprio dove avevamo lasciato l’auto, ci fermiamo la cartello Pralugano e mia figlia mi indica il fiore che ha visto si tratta di Cicerchia montana (Lathyrus linifolia) (12) una leguminosa un poco fuori stagione.

Il giorno 14/8 accompagnato dalla figlia Lidia, ci rechiamo alla Rasa  a fare un giro breve nel paco della villa Cagnola dove fino al monumento non vedo vegetali di particolare interesse se non già fotografati, nel pianoro successivo vedo il Fiordaliso vedovino (Centaurea scabiosa) (13) la composita abbastanza comune; vicino ad esso alcune Vedovine a foglie sottili (Scabiose triandra) (14) della famiglia delle dipsacacee ed un cespuglio di Canapa d’acqua (Eupatorium cannabinum) (15,16), composita comune nelle  regione collinare varesina utilizzata da Mitridate, re del Ponto nella cura dei militari feriti.

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Pubblicato il 22 Agosto 2017
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