Troppi morti nei canali, il Consorzio ricorda il divieto di balneazione
L'ET Villoresi ribadisce il pericolo. "Ma non possiamo vigilare in continuazione su 4mila chilometri di canali e rogge"
«Il miglior rimedio per frenare questa strage è il buon senso, usiamolo». È il nuovo appello di Alessandro Folli, il presidente del Consorzio ET Villoresi, che gestisce la rete dei canali del Nord-Ovest lombardo.
Se infatti spesso laghi e fiumi nascondono insidie, i canali rischiano di rivelarsi ancora più pericolosi. Per la velocità della corrente, per la presenza di bocche delle rogge e di grate, ma soprattutto perché le sponde in cemento sono in molti tratti prive di appigli che consentano di uscire dall’acqua.
I giorni tra la fine di luglio e i primi di agosto sono stati costellati di drammatici episodi: dal 22enne del Mali finito in ospedale in gravi condizioni al cinquantenne (senza documenti) il cui cadavere è stato ripescato nelle acque del Naviglio Grande a Pontevecchio di Magenta, passando per alcuni episodi di suicidi.
Gli episodi di cadute accidentali e bagni finiti male sollecitano anche il gestore dei canali Villoresi e Naviglio. «Abbiamo oltre 4 mila km di canali su cui vigilare in un territorio di 501 Comuni. Il nostro sforzo e quello di tutta la nostra struttura, è già al massimo» dice il presidente Folli. «Ma è evidente che non possiamo presidiare costantemente una superficie così ampia. Perciò al fine di evitare nuove tragedie, servono responsabilità e maggiore senso civico da parte di tutti».
Folli ricorda la ordinanza con divieto assoluto di balneazione che vige lungo tutto il territorio del Canale Villoresi, al pari del ‘Sistema Navigli’. «La cosa è risaputa,pertanto, chi si avventura lo fa sempre a suo rischio e pericolo». Sul fronte della vigilanza, si sta lavorando con i Comuni, ma secondo Folli è necessario allargare l’azione di controllo: «Siamo convinti che sia necessario portare avanti in parallelo un’azione di prevenzione, con protocolli attuativi con i Comuni, le Polizie Locali e, tutte le realtà che a diverso titolo operano su questo fronte, penso per esempio alle Guardie del Parco del Ticino o alle Guardie Ambientali (GADIT) con le quali è già in essere una convenzione coi Comuni di Boffalora sopra Ticino e Robecco sul Naviglio».
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