“Bianco e orgoglioso”, manifesti nazisti a Varese

La denuncia da parte del “Partito Comunista” di Varese. La scritta in tedesco con l’aquila del Terzo Reich

Avarie

La federazione del Partito Comunista di Varese ha denunciato in una nota il rinvenimento di manifesti nazisti applicati nelle vie centrali di Varese nella notte tra il 06 e il 07 settembre.

I fogli recavano a scritta in caratteri gotici “Weisse und stolz” che tradotto dal tedesco significa “Bianco e orgoglioso”.

Dura la condanna espressa dai Comunisti varesini: “I manifesti rinvenuti l’altra notte nelle vie centrali cittadine con tanto di aquila e svastica nazista e la scritta in gotico tedesco, inneggiante alla supremazia bianca, non sono un isolato fatto di goliardia, ma sono l’ultima provocazione delle tante che hanno molestato lo scorrere tranquillo della vita democratica di una cittadina, indifferente e sull’orlo della perdita della coscienza”.

“Le richieste numerose di rimozione dei nomi illustri del fascismo – continua la nota – dai principali famedi cittadini ha sempre avuto come risposta dei muri di gomma. Inutile rimarcare che ufficialmente due volte l’anno in occasione del primo novembre e del 25 aprile le stesse autorità depongano gli omaggi floreali a nome di tutta la cittadinanza proprio nei famedi, dove incisi nel candido marmo restano i nomi dei criminali fascisti”.

“Persino le autorità preposte all’ordine e all’applicazione delle leggi sono in coma profondo – concludono i comunisti –  ed anch’esse generano mostri, forse è meglio dire che li lasciano liberi di agire indisturbati”.

La notizia arriva all’indomani dell’approvazione alla Camera del progetto di legge che contempla l’introduzione dell’articolo 293-bis del codice penale, concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista, e modifica all’articolo 5 della legge 1952, n. 645. Il provvedimento passerà ora all’esame del Senato.

La proposta di legge “Fiano”
«Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.
La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici ».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Settembre 2017
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