Elezioni, ecco i segreti del Pd

Nomi, strategie e alleanze che circolano in queste ore tra i Dem

Pd Varese

Ci sarà una rivoluzione politica la prossima primavera, quando si andrà a votare sia per le elezioni generali che per quelle regionali. Tra le poche indiscrezioni che filtrano tra i partiti, alcune svelano un certo movimento nel Pd.

(nella foto, festeggiamenti dopo la vittoria alle comunali di Varese: l’assessore comunale Andrea Civati, l’onorevole Maria Chiara Gadda, il segretario regionale Alessandro Alfieri, il sindaco Davide Galimberti, il consigliere provinciale Paolo Bertocchi)

LA REGIONE

Sembra che l’accordo tra Pd e Mdp sia ormai fatto: prevede che a novembre si tengano le primarie per eleggere il candidato che sfiderà Roberto Maroni. Il Pd presenterà Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Mdp potrebbe invece puntare su Pippo Civati, che ci starebbe pensando. Gori tuttavia avrebbe chiesto di poter essere sostenuto da almeno due liste civiche. Una prima sarebbe legata direttamente a lui, “Gori presidente”, sul modello delle liste civiche collegate ai sindaci delle grandi città, come accaduto ad esempio a Varese nel 2016.

Ma l’idea più interessante è quella di una seconda lista civica, formata da amministratori del territorio. Nel Pd ritengono questa seconda lista la più competitiva nelle zone pedemontane: proprio questa eventualità sta creando molto interesse. Ci sono infatti molti nomi che potrebbero correre e avere buone possibilità. Ufficialmente di candidature non si è parlato, ma tra gli amministratori locali oggi schierati in Provincia con il centrosinistra circolano informalmente tanti nomi, e anche di sindaci in carica perché il momento è talmente determinante da far saltare eventualmente anche l’ostacolo del termine mandato per un amministratore in carica.

Referendum per l'autonomia, i sindaci si trovano a Busto

(Giorgio Gori, ieri durante l’incontro referendario a Busto Arsizio) 

Un nome é quello del vicepresidente della Provincia Marco Magrini (che a Villa Recalcati è alleato del centrosinistra), leader naturale degli amministratori della Valcuvia, che già alle elezioni provinciali ha dimostrato di avere un seguito notevole sul territorio. Un altro nome che viene dato come papabile in una lista di amministratori legata a Gori è quello di Lorenzo Guzzetti, originale primo cittadino di Uboldo, noto per la sua abilità nell’usare facebook, politicamente apolide ma vicino al mondo cattolico lombardo.

In pole position anche sindaci ed ex sindaci dello stesso Pd. Già, ma con quale lista? Chi ha la tessera del partito in teoria non potrebbe entrare nella lista diretta di Gori, ma potrebbe invece aderire a quella degli amministratori locali.

Tralasciando la collocazione finale, va detto che sono tanti i nomi di amministratori di Pd e dintorni che correrebbero volentieri. Dal sindaco di Comerio Silvio Aimetti, ad amministratori come Alberto Cavallin di Induno, Lara Cavalotti ex sindaco di Tradate, Samuele Astuti sindaco di Malnate e segretario provinciale, Paolo Bertocchi capogruppo in consiglio provinciale e assessore a Cunardo, o ancora altri sindaci come Jenny Santi di Porto Ceresio. Molti sindaci in vista ci faranno un pensierino: Giovanni Corbo di Besnate, Fabio Passera di Maccagno, Giuseppe Licata di Lozza, Maurizio Leorato di Vergiate.  Luisa Oprandi  consigliera comunale di Varese.

IL PARLAMENTO

Diverso il discorso sulle elezioni politiche, dove la legge elettorale è ancora sghemba e rimane l’Italicum corretto dalla corte costituzionale per la camera e il porcellum al senato. Renzi e il Pd stanno tentando un’ultima mediazione in senso maggioritario in queste ore, ma non c’è molto ottimismo. Nei due collegi elettorali della nostra provincia avranno il posto garantito i capilista, che essendo bloccati verrano comunque eletti. Per tutti gli altri invece vi sarà la competizione delle preferenze.

Il ruolo di naturale numero uno a Varese per il Pd potrebbe essere riservato alla camera al segretario regionale Alessandro Alfieri, varesino, leader democratico e con ampio consenso in tutta la provincia. Quasi tutti i parlamentari uscenti probabilmente tenteranno una riconferma. In teoria il veterano Daniele Marantelli avrebbe esaurito i suoi mandati, stando alle regole interne del partito, ma in viale Monterosa si parla anche di una possibile deroga in quota Orlando. E cioè, Marantelli è il tesoriere del gruppo alla camera ed è un fedelissimo della corrente di minoranza guidata dal ministro Andrea Orlando, che potrebbe chiedere a Renzi una quota di suoi fedelissimi da inserire evidentemente come capilista bloccati per avere la certezza di entrare alla camera.

Seguendo questo ragionamento, in teoria, non è escluso che Marantelli possa essere capolista a Varese o a Busto Arsizio, dove il collegio comprende anche un pezzo della provincia di Monza Brianza. Per quel ruolo però c’è chi fa il nome di un non iscritto al Pd, l’imprenditore saronnese Gianfranco Librandi, ex centrodestra poi transitato in Scelta Civica e ora neo iscritto al gruppo parlamentare del Pd. Una scelta che ovviamente non filerebbe via liscia con la militanza, che vede Librandi, facoltoso imprenditore, come un corpo estraneo.

Tra i parlamentari in ascesa c’è Maria Chiara Gadda, onorevole che potrebbe candidarsi sia a Busto Arsizio (è di Fagnano Olona), sia a Varese (città in cui da qualche tempo ha preso la residenza). La Gadda ha scalato molte posizioni nel partito, sopratutto a Roma, grazie alla legge contro lo spreco alimentare che le ha dato notorietà e ai rapporti con il gruppo renziano.

Gadda ha un ottimo rapporto politico con il sindaco di Varese Davide Galimberti ed è oggi molto attiva nel capoluogo. Gli altri uscenti sono Erica D’Adda di Busto Arsizio, una senatrice che ha spesso preso posizioni leali ma polemiche con la leadership renziana, e Angelo Senaldi alla camera, renziano vicino al mondo cattolico. Mentre l’onorevole Paolo Rossi viene dato in uscita anche in virtù dei mandati parlamentari compiuti.

 

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 21 Settembre 2017
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