Fatti di Seregno, Conte: “La Lega apra gli occhi”
Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di Luca Conte, Capogruppo PD
“I fatti di questa settimana, che hanno visto protagonista il Comune di Seregno, credo debbano indurre chi si occupa di politica in Lombardia ad alcune riflessioni.
Occorre innanzitutto considerare che anche gli ultimi mesi di mandato del governatore Maroni non sembrano poter essere risparmiati da indagini e vicende giudiziarie, che ancora una volta lambiscono i piani alti del Pirellone, in questo caso attraverso il presunto coinvolgimento dell’ex braccio destro di Maroni, nonché tuttora consigliere regionale di Forza Italia, Mario Mantovani.
Come detto non si tratta di un evento isolato, ma solo dell’ultimo caso, in ordine di tempo, di “interessamento” da parte della giustizia nei confronti di Regione Lombardia e dei suoi vertici politici, con procedimenti giudiziari che hanno coinvolto in questa legislatura funzionari, consiglieri e assessori sino al Governatore stesso, direttamente imputato in un procedimento ancora in corso. Al termine dei processi sapremo chi ha effettivamente commesso atti penalmente rilevanti, non si può tuttavia negare che la maggioranza di centrodestra alla guida della Lombardia non sia stata in grado di tenere lontane dal Pirellone vicende e sospetti che, in altri contesti, hanno più volte spinto esponenti forse più folcloristici del compassato Maroni a sventolare cappi e manette.
La vicenda Seregno ha inoltre un secondo punto di vista allarmante per le istituzioni lombarde, poiché si presenterebbe, se confermato, come l’ennesima prova di infiltrazioni dell’ndrangheta negli enti locali della nostra regione. Con il trascorrere dei decenni la criminalità organizzata ha mutato forme e strategie, dilatando i propri interessi e aumentando le proprie ramificazioni. La Lombardia, anche e soprattutto in virtù delle cospicue attività economiche di cui è sede, non poteva non attrarre l’interesse di certi “affari”.
La prima forma di lotta, in questi casi, è la presa d’atto dell’esistenza del problema. Sono pertanto deprecabili le posizioni di chi in casa Lega, fino a pochi anni or sono, negava la presenza della criminalità organizzata al nord. Una posizione superficiale, che i fatti hanno malauguratamente smentito e che ricorda troppo da vicino il triste ritornello di chi, in altri decenni ed altre regioni andava ripetendo, vuoi per la medesima superficialità, vuoi per complicità, come la mafia non esistesse.
La Lega apra gli occhi e faccia ammenda, ma siano tutto il mondo politico e la società civile a reagire e a tenere fuori dalle istituzioni interessi criminali che non devono né possono avere alcuna udienza. Sia la prossima legislatura un momento di svolta e non il ripetersi del triste stillicidio giudiziario cui il Pirellone a guida Maroni ci ha abituati. ”
Luca Conte
Capogruppo PD
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