Lacrime e sorrisi, in campo per ricordare Luca Olmi
Una serata per ricordare dopo 20 anni un ragazzo che ha lasciato un vuoto enorme in chi gli voleva bene. Presenti tanti ex compagni di squadra, amici, genitori dei ragazzi di allora e conoscenti
Una serata per ricordare Luca, con quello che gli piaceva fare di più, giocare a pallone.
C’erano ex compagni di squadra, genitori di chi venti anni fa era solo un ragazzino, allenatori e presidenti di società, tutti uniti nel ricordo di un ragazzo che se ne è andato troppo presto, lasciando un vuoto enorme in chi gli voleva bene.
L’idea è venuta agli amici di sempre, Davide Rocca e Francesco Russo, compagni di calcio e di vita di Luca Olmi, passati per l’Azzate Calcio e poi catapultati nella realtà del Varese, alle porte del calcio che conta. Hanno coinvolto gli amici di infanzia, gli ex dell’Azzate Calcio, qualcuno addirittura della Schiannese, la prima società di Luca, che tra tutti era il più forte, quello con il futuro da attaccante goleador.
Tutto però si fermò in una sera di settembre di venti anni fa, nel 1997, quando Luca se ne andò all’improvviso, in un attimo. In campo, nello splendido centro sportivo di Morazzone (messo a disposizione in forma gratuita dalla società del presidente Pupi Colombo, uno che Luca lo ha visto crescere e allenato da piccolo) c’era anche lui, nello spirito, con la sorella Sara che ha voluto giocare a tutti i costi e vicino ai genitori Pina e Valentino, commossi nel ricordarlo e felici di vedere tanto amore e tanta amicizia nei confronti del loro ragazzo.
Umberto Polato, uno degli ex compagni di squadra di Luca Olmi nel Varese, ha fatto da portavoce, ricordando come “quelli sono stati anni bellissimi, che tutti ricordiamo con affetto e che restano indelebili, come il ricordo di Luca, che questa sera è sceso in campo con noi”. Sono passati venti anni, qualcuno si è presentato in forma smagliante, qualcun altro era irriconoscibile, con meno capelli e una pancetta evidente, accompagnati da mogli, figli e fidanzate. Tanti non hanno potuto esserci ma lo avrebbero voluto, perché quel ragazzo che se ne è andato a 16 anni ha unito e unisce un’intera generazione di ex ragazzi che hanno vissuto per la prima volta il dramma e la morte: il suo ricordo rivive nella gioia di tirare due calci ad un pallone e nel sorriso delle foto di allora, donate ai genitori insieme ad una coppa ricordo e ad un mazzo di fiori.
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