Laura Taroni continua a negare di aver ucciso il marito

Interrogata per due giorni l'infermiera accusata di aver avvelenato il coniuge in accordo con l'amante Leonardo Cazzaniga. E' la prima parte del processo per le morti all'ospedale di Saronno

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Laura Taroni è molto provata ma ferma. Spiega in aula di non aver ucciso il marito e si difende: gli ho somministrato dei farmaci, sì, ma solo perché non voleva più avere rapporti con Massimo Guerra.

La due giorni di interrogatorio all’infermiera di Saronno è terminata martedì 26 settembre alle 12 e 30, quando giudici e avvocati sono usciti dall’aula dove si sta celebrando, a porte chiusa, l’udienza preliminare del primo processo contro gli “amanti killer” di Saronno, Laura Taroni, 41 anni e Leonardo Cazzaniga, medico del pronto soccorso di 62 anni.

La storia è nota, i due sono accusati in concorso di aver lentamente avvelenato il marito di lei, Massimo Guerra, ostacolo alla loro relazione, mentre Cazzaniga è accusato di aver ucciso quattro pazienti in corsia in una sorta di delirio di onnipotenza perché avrebbe voluto decidere, secondo alcune testimonianze, della morte di persone in fase terminale.

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La procura di Busto Arsizio, dopo una meticolosa indagine con i carabinieri di Saronno ha chiuso l’inchiesta per una prima tranche di reati. Mentre per i delitti presunti in ambito familiare avvenuti a Lomazzo, a casa della Taroni, si sta ancora indagando. Così come è ancora in fase di indagine l’analisi delle cartelle cliniche  dell’ospedale di Saronno, per capire se vi siano altre morti sospette.

Taroni a Cazzaniga sono comparsi in aula insieme, e non si vedevano da un anno: si sono praticamente ignorati. I figli della donna, tutti e due minorenni, sono parte civile per tramite del rappresentante legale nominato dal tribunale dei minori. La Taroni avrebbe confermato in aula quanto era già emerso in fase di indagine e cioè che il suo rapporto con il marito era talmente deteriorato che la donna aveva deciso di somministrargli farmaci per diminuirne la libido. Un altro argomento difensivo sarebbe che la morte di massimo Guerra, il 30 giugno del 2013, sarebbe avvenuta dopo alcuni mesi dalla fine della somministrazione di farmaci. L’udienza preliminare ripenderà a fine ottobre.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 26 Settembre 2017
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