Ndrangheta, affari e politica, 27 arresti in Brianza

Tra gli accusati anche il sindaco di Seregno. L'ordinanza ha portato in carcere o ai domiciliari anche persone di altre province lombarde e di Reggio Calabria

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Nuova operazione contro la ‘ndrangheta in Lombardia, partendo dall’area della Brianza, già cuore dell’operazione “Infinito” del 2010. E torna anche il fantasma di un legame tra la politica locale e le cosche calabresi.

I carabinieri del Comando provinciale di Milano stanno eseguendo una serie di arresti nelle province di Monza, Milano, Pavia, Como e Reggio Calabria nell’ambito di un’inchiesta su infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mondo dell’imprenditoria e della politica in Lombardia. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura distrettuale Antimafia di Milano. In tutto sono state emesse ventisette misure cautelari: ventuno in carcere, tre ai domiciliari e tre interdittive.

Le persone colpite dalle misure cautelari sono accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale.

Ndrangheta in Brianza, arrestato sindaco di Seregno

Tra gli arrestati (ai domiciliari) c’è anche il sindaco di Seregno Edoardo Mazza, esponente di Forza Italia. È accusato di corruzione: avrebbe favorito gli affari con un imprenditore dell’edilizia legato alle cosche, che si sarebbe a sua volta adoperato per procurargli voti. Mazza fu eletto nel 2015, l’episodio di corruzione riguarderebbe un’ex area industriale riqualificata come supermercato.

Ndrangheta in Brianza, l’inchiesta

L’inchiesta dei carabinieri è partita nel 2015, è stata coordinata dai Pm monzesi Salvatore Bellomo, Giulia Rizzo e del Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti e dei Pm della DIA Alessandra Dolci, Sara Ombra e Ilda Boccasini. Rappresenta una costola dell’indagine “Infinito”, che nel 2010, sempre coordinata dalle procure di Monza e Milano, aveva inferto un duro colpo alle “Locali” ‘ndranghetiste in Lombardia. Al centro dell’inchiesta c’è in particolare il ruolo della Locale di ndrangheta di Limbiate, legata alla cosca di San Luca, “cuore” delle ‘ndrine calabresi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Settembre 2017
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