Piano sosta, e se prendessimo il taxi?

Le considerazioni di Pierfausto Vedani sul piano sosta: tra errori antichi, "bastonate" presenti e una proposta, nemmeno tanto "di lusso"

I taxi in piazza a Vaese (inserita in galleria)

Varese mobile: sino a quale punto lo si saprà dopo un collaudo che avrà abbracciato tutte le stagioni. Di sicuro non potrà essere una festa come quella parigina raccontata da Hemingway, ma si spera possa rappresentare un bel passo avanti verso lo scioglimento dei nodi della viabilità che da mezzo secolo tormentano la città.

Ci sarebbe piaciuto che una amministrazione progressista non trasformasse in un aggravio per i contribuenti l’utilizzo dell’auto ai fini del lavoro e  della tutela, personale o dei familiari, della salute  nei luoghi ad essa dedicati. La caccia infatti agli spazi per tassare gli automobilisti attorno agli ospedali non è proprio piaciuta, ma è pur vero che Roma e Milano, Stato e Regione,  da tempo fanno ben altro ai poveri comuni, soprattutto quelli delle loro imperiali periferie.

Cerchiamo di accogliere civilmente questa rivoluzione della sosta e annessa mobilità sperando che l’attenzione  di Palazzo Estense si rivolga anche ai problemi della sicurezza stradale, altra grave lacuna dovuta al lungo sonno progettuale della Lega Nord che ha trasformato la città in una trappola a causa della mancata realizzazione di tangenziali, circonvallazioni e attraversamenti: uno dei quali considerato molto importante come porta spalancata  sulle valli già prevista all’inizio degli Anni 60 e che non ebbe immediata attuazione perché “Noi si è preso l’impegno con i  cittadini  del pareggio di bilancio”, secondo le parole di un indimenticabile galantuomo come l’assessore Caruggi.

L’ingegner Carlo Giani, qualche anno dopo, da avveduto assessore avrebbe realizzato corso Europa come primo tratto di una tangenziale il cui tracciato si iniziava dallo svincolo autostradale  per terminare poi a Casciago. Un progetto che si è fermato dopo i primi lavori, lasciando addirittura scadere termini e convenzioni di precisi accordi intercomunali. E oggi  i leghisti si lamentano quando  vengono accusati di avere dormito per un paio di decenni. E i verdi descamisados della cultura civica hanno usato un sonnifero tanto potente da non far loro capire nemmeno che sarebbe stata una vera blasfemia urbanistica non trasferire a Bizzozero i due ospedali.

Per capire meglio gli errori commessi nel controllo della salute collettiva anche da sindaci intelligenti basta guardare oggi a Busto e Gallarate,  dove i  comuni delle due città hanno contrattato con la Regione la realizzazione dell’ospedale unico. Da noi invece tutti zitti e per di più proni a un potere che non ci ha presi in considerazione  al punto di non rispettare nemmeno  il  suo piano  ufficiale che prevedeva 757 posti letto per il nuovo ospedale di Varese.

In questi anni  di posti ne sono stati aperti al massimo poco più di 500. E  Formigoni e i suoi ciellini ambrosiani, intimi compagni dei celoduristi e dei loro simili forza italioti in occasione dei raid su Varese  tutti assieme sempre a predicare la buona parola e la cristiana speranza a chi pagava le conseguenze delle loro scelte insensate, ovvero la nostra gente e in particolare chi non poteva lasciare il nostro territorio per pagarsi altrove le cure.

Discutere, condividere o meno il piano dei parcheggi, è un diritto dei varesini, un eventuale bilancio negativo dell’iniziativa insegnerà molto a tutti. Idem se le cose andranno bene.

Nella rincorsa a un bilancio soddisfacente della viabilità si potrebbe prendere in considerazione anche la possibilità di rendere più fluido e sicuro il traffico, magari introducendo i 30 chilometri orari sulle principali rotte cittadine, oggi spesso considerate piste da frotte di spericolati, motociclisti in primis.

Ma si può andare in centro o attraversare tranquillamente la città proprio con l’auto e con un bilancio non passivo se paragonato a quello che ci attende utilizzando i parcheggi. I taxi infatti svolgono un servizio  rapido e sicuro a partire dal momento in cui sono alla porta della tua casa. Quando gli obiettivi del tuffo nelle trappole viarie del centro o della periferia riguardano almeno due persone il taxi non è più un lusso, ma una soluzione anche in termini di costi dei nostri problemi.

Parcheggi  molto cari, accessi negati?

Le piste magiche  riservate ai taxi consentono un bel catasù, a fior di labbra o pensato,all’indirizzo dei civici rivoluzionari dei parcheggi. Si pensa però che la storica invettiva non darebbe loro molto fastidio, anzi forse  devono averla già messa nel conto. Sembrano infatti  ben svegli. Un bel passo avanti rispetto al passato.

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Pubblicato il 07 Settembre 2017
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Commenti

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  1. alessandro_zanzi
    Scritto da alessandro_zanzi

    L’idea di rendere più fluido il traffico è ottima, ma l’idea di introdurre i 30km/h per ottenere questo risultato mi lascia molti dubbi, in primo luogo perchè proprio a causa del traffico è davvero difficile spesso superare questa velocità, ma soprattutto perché IMPORRE questa velocità come limite massimo significherebbe IMPORRE l’uso di marce più basse, causa di maggiore consumo di carburante e quindi di maggiore inquinamento!

    L’uso del taxi, poi, sebbene sia una soluzione a volte utilizzata soprattutto da persone anziane o con difficoltà motorie, che sarebbero si troverebbero in difficoltà ad utilizzare i mezzi pubblici, non è certo però una soluzione in termini di costi! Se consideriamo un utilizzo quotidiano dell’auto in città, con una percorrenza di circa 600 km/mese, il costo potrebbe essere di circa 100 €/mese: un taxi mi consentirebbe di ottenere lo stesso risultato con 3,50 €/giorno?

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