Piccolomo può essere processato per l’omicidio della moglie
Il giudice per l'udienza preliminare ha respinto le eccezioni della difesa del killer delle mani mozzate e il 13 novembre deciderà se rinviarlo a giudizio per l'omicidio di Marisa Maldera, morta nel 2003
Giuseppe Piccolomo può essere processato per l’omicidio della moglie Marisa Maldera, morta in un incidente stradale nel 2003 che la procura generale sostiene sia stato orchestrato dall’uomo, già condannato all’ergastolo per l’uccisione di Carla Molinari. Non sussiste, dunque, il “ne bis in idem” sollevato dal suo difensore che sostiene l’impossibilità di processare due volte un imputato due volte per lo stesso reato.
Secondo il giudice per l’udienza preliminare Anna Giorgetti, infatti, non si tratterebbe della stessa fattispecie di reato (il killer delle mani mozzate patteggiò nel 2006 per il reato di omicidio colposo, ndr). Secondo l’accusa, infatti, Piccolomo agì con l’intento di eliminare la consorte per poter sposare la cameriera del ristorante gestito dalla Maldera, cosa che poi fece.
La donna morì a causa dell’incendio sprigionato, dopo l’incidente, da una tanica di benzina che il marito riempì e posizionò nel baule della vettura. L’incendio fu anche simulato dal procuratore generale Carmen Manfredda nell’ottobre del 2016 in una cava.
Il giudice ha respinto tutte le eccezioni presentate dalla difesa e ha rinviato al 13 novembre la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Piccolomo. All’udienza, come sempre, erano presenti le figlie Cinzia e Tina che si sono dette soddisfatte per la decisione del giudice: «Abbiamo fiducia, il Tribunale vuole fare luce sulla morte di nostra madre e siamo convinte che sia stato lui».
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