Ultima tappa, l’arrivo in piazza Unità a Trieste

Ecco il racconto dell'ultima tappa del viaggio del varesino Marco Zanini che ha intrapreso un percorso in bicicletta di 1700 Km

17 tappa, In bici in Ungheria di Marco Zanini

L’ultima tappa del viaggio del varesino Marco Zanini che ha intrapreso un percorso in bicicletta. Il viaggio è iniziato il 16 agosto e lo ha visto percorrere 4 stati, toccando 4 laghi molto diversi tra loro: Garda, Bled, Balaton e i laghi artificiali lungo il fiume Drava (Varaždin e Dubrava). Un viaggio in solitaria di circa 1700km con oltre 17.000m di dislivello dal Brennero a Trieste, attraversando Slovenia, Ungheria, Croazia.

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Giorno 17
Pula>Trieste 180km △1936m

È stata una pedalata memorabile, un condensato di tutto il viaggio in un giorno solo. Parto molto presto da Pula. È l’ultimo giorno e voglio godermelo. Finalmente trovo ciclabili in Croazia.

Da Pola a Rovignji percorro una ciclabile lungo la spiaggia comodissima e penso: se è tutto così nella turistica costa istriana è proprio comodo comodo (non lo avessi mai detto!). Finisce la ciclabile ed iniziano i sentierini dove vengo subito attaccato da uno sciame di insetti indefinibili: non sono api, non sono zanzare, so solo che sono fastidiosissimi e non si scollano. Accellero ma aumentano in maniera spaventosa. Vado veramente forte in questa strada sterrata in mezzo ai rovi e alla terra rossa, ma finalmente scompaiono.

Fino ad ora sono sempre stato in una zona grigia tra privato e pubblico: in mezzo a campeggi, stradine con sbarre, al limitare delle proprietà private. Smette di diventare grigia al campeggio di Bale. Un campeggio pretenzioso con la sua reception in legno e le sue impenetrabili sbarre che mi obbligano a deviare. Trovo un’altra strada e mi immergo nell’Istria vera, ma foro.

Il temporale si sta avvicinando e decido che andrò su asfalto a Bale per vedere una (pubblicatissima http://www.archdaily.com/373/sports-hall-bale-3lhd) palestra in pietra dove gli architetti hanno saputo ben integrare un volume cosi possente in mezzo ad un contesto di tutt’altra scala. E arrivo a Rovigno dove inizia a piovere.

Mi riparo al mercato insieme ai locali che parlano un italo croato molto curioso e bevono il classico bianchino delle 8. È stato un viaggio esplorativo anche nel paesaggio sonoro. Tra Bolzano e Trieste la lingua delle persone che ho incrociato non è mai cambiata in maniera chiara ma si è modificata in maniera dolce come i paesaggi che ho percorso che non avevano mai un netto confine. Qui (https://youtu.be/yHDJzCEmn-8) un divertente video di Brignano sul tema.

Ormai ha iniziato a piovere a dirotto (mi pareva strano che in tutto il viaggio non avesse piovuto) mi metto l’impermeabile e parto. Ritorno su strade sterrate, che diventano sentieri, che diventano nulla. Ci risiamo come 2 giorni fa. La strada diventa ripidissima, sento le macchine e la strada su cui dovrei immettermi ma questa volta non riesco a percorrere il sentierino. Desisto e cerco altro. La mappa segnala altro (o quasi). Ci provo ma anche questo percorso mi porta a una cava romana e fine. Bella la cava, ma dove sono? Seguo l’istinto. Il navigatore sotto l’acqua è impossibile da controllare e seguo una sterrata che sembra esser stata battuta da macchine. Dopo un paio di chilometri in cui mi domando se avessi fatto bene, trovo delle case e faccio un sospiro di sollievo e buco.

Ma nooooooo… due volte oggi! Mi fermo sotto un albero, mi calmo e cambio la camera d’aria (sotto la pioggia è un operazione non certo comoda). La pompa però decide di non funzionare più, non tiene la pressione delle ruote e riesco a malapena a gonfiarle per pedalare. Alla prima casa mi fermo, chiedo se parlano italiano o inglese e mi fanno “fratello italiano vieni qui”. Due signori croati stavano sorseggiando del vino casalingo sotto al portico e mi invitano con loro. Ovviamente accetto e racconto cosa mi è successo, cosa sto facendo ecc. Sono molto curiosi e hanno voglia di praticare il loro italiano.

Pensano che non abbia soldi perché vado solo in bici, ma gli spiego i motivi della mia scelta e dico che preferisco comprare dolci piuttosto che comprare benzina e che sono un po’ matto. Loro ridono e mi dicono “non sei matto, sei bravo”. Questo mi entusiasma e tutte le sfortune della giornata scompaiono. Li saluto, purtroppo non hanno una pompa e per 30km fino a Porec guido una bici che sembra avere un canotto al posto della ruota. Arrivo in città e finalmente dopo un paio di tentativi andati a vuoto dei ragazzi mi gonfiano la ruota. Si riparte.

È tardissimo, sono fradicio, i piedi a mollo, sta ancora piovendo ma va bene. Da qui è tutto asfalto. Appena oltrepasso la frontiera slovena incontro la Parenzana: una vecchia linea ferroviaria dismessa riconvertita a ciclabile. Ovviamente della Parenzana in Croazia e Italia nessuna traccia, ma in Slovenia amano i ciclisti e io contraccambio. Mi fermo sulla spiaggia a Portoroz, dopo una spettacolare vista sulle saline, dove mi asciugo e rifletto sul da farsi. Percorro fin quasi a Trieste la ciclabile che passa tra vigne, stradine, sfrutta quel che c’è e non mette recinti: ci si sente accompagnati.

Arrivo a Trieste dove ovviamente di ciclabili nemmeno l’ombra, anzi. Dopo quasi 1800 km, 4 stati e dopo una giornata eccezionale in sella per 14ore (che mi ricorderò per molto tempo) giungo in piazza Unità d’Italia dove mi aspetta Elisa (la giusta persona con cui parlare di confini e frontiere ), che mi scatta una foto proprio sul molo degli Audaci…e ridiamo della cosa.

Come chiudere il diario? Con citazioni, frasi celebri ecc… lo chiudo dicendo che sono felice di averlo fatto. È sempre bello poter scrivere per poi ritornare su quei pensieri e quelle sensazioni. Mi è piaciuto anche condividerlo, perché nel mondo virtuale che ormai viviamo penso sia necessario testare i mille modi che abbiamo a disposizione per entrare in relazione con le persone. Ringrazio @varesenews per lo spazio che mi ha dedicato e Adelia che è stata la mia tramite verso tutti voi che ringrazio per avermi seguito, sopportato le mie menate ed essere stati un po’ con me. A presto nel mondo reale. Ciao

(Ho pensato molto a come poter finire questo diario, ma poi ho pensato che questa non è la fine proprio di niente). Ci vediamo in ciclofficina a Cyclhub (www.facebook.com/cyclhub) in via Robbioni, presso Substrato, ogni mercoledì dalle 19 alle 20.30.

TUTTO IL VIAGGIO DI MARCO ZANINI 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Settembre 2017
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