“Al 22 ottobre non voterò, è una scelta di buon senso”

Il socialista Luigino Portalupi, dopo la battaglia per il no al referendum 2016 targato Renzi, si spende ora per l'astensione per il prossimo referendum sull'autonomia per la Lombardia. "Profondi dubbi sull'ampliamento dei poteri della Regione. E la spesa è inutile"

Voto Referendum autonomia

«Un quesito di una banalità e un “vuoto politico” impressionante. È come chiedere ai bambini “vuoi bene alla tua mamma?”». Il samaratese Luigino Portalupi prende in prestito le parole di un insospettabile critico, l’ex presidente di Regione Roberto Formigoni, per criticare la domanda posta dal referendum del 22 ottobre in Lombardia e difendere le ragioni del non voto.

Portalupi è un socialista vecchio stampo, orgoglioso delle sue battaglie di minoranza («ho fatto campagna per i referendum per divorzio e aborto, da solo, a Samarate»), anche se non è uomo abituato a richiudersi nel recinto della testimonianza, anzi (è stato sindaco nella Prima Repubblica, poi anche referente di Forza Italia negli anni Duemila, mentre il partito era in maggioranza).

Sul referendum, insieme al suoi gruppo degli “Arancioni” dell’associazione Riccardo Lombardi, si spende questa volta – ma come già a dicembre per la proposta Renzi – per il No.
«Il quesito chiede al “popolo Lombardo” se nel pieno rispetto della Costituzione, delle leggi e con gli iter già indicati dalle norme in essere , la Regione Lombardia può aprire un dialogo, un confronto con lo Stato per ampliare i propri poteri» spiega. «Il Presidente Maroni prima ipotizza addirittura di abbinare le elezioni anticipate della Regione con la data referendaria e poi , percependo una certa distrazione elettorale dei Lombardi , dichiara “questo non è il mio referendum”. È stata messa in moto una macchina costosa, onerosa e che crea una serie di problemi a livello regionale e locale, distraendo la politica Lombarda dai veri problemi che attanagliano la Regione. Noi esprimiamo non solo sconcerto per il degrado dell’uso del danaro pubblico e il vergognoso spreco che il Presidente Leghista Maroni ha promosso e sostenuto. Prendiamo atto che l’unico vero risultato è stato l’ennesimo rinvio delle sedute di un procedimento penale che vede coinvolto come Imputato (innocente sino al terzo grado) lo stesso Presidente . Il quale – sorprendentemente – ha chiesto e ottenuto l’ennesimo rinvio del dibattimento in sede penale poiché “impegnato per la campagna referendaria Lombarda”».

L’inutile esborso di denaro è una ragione citata da molti del (limitato) fronte del No e dell’astensione. Ma Portalupi non nasconde anche i «profondi dubbi sull’ampliamento dei poteri alle Regioni». E cita i casi di corruzione clamorosi come quelli di Fabio Rizzi (che ha patteggiato) e Mario Mantovani (con vicende giudiziarie ancora aperte), i rinvii a giudizio per le spese gonfiate e non controllate (indagine sui Consiglieri Regionali Lombardi, che riconosce però «problema esteso in tutta Italia».  Uno scenario che in effetti certo non vede la sola Regione Lombardia come sola protagonista, visto che molte inchieste hanno toccato anche altre Regioni, con amministrazioni di ogni colore politico. Per Portalupi proprio questa generale, diffusa corruzione nelle Regioni va sottolineata. «Questi gravi eventi hanno svuotato di ogni riferimento etico e qualitativo l’esperienza regionale (anche quella Lombarda) e hanno messo in luce un sistema corrotto che ha copiato (peggiorandolo) alcuni elementi negativi della politica nazionale».

«Inoltre, riteniamo che la tendenza a parcellizzare il Paese / la Nazione (per interessi e per norma di legge) riduce le potenzialità dell’Italia di affermarsi in Europa nel mondo» continua il socialista samaratese. «Riduce la capacità della Società civile di migliorare le istituzioni, i servizi pubblici e  il mercato privato. Detta tendenza a parcellizzare e a frantumare il quadro normativo e gli indirizzi attuativi in molte delle aree macro economiche depotenzia le capacità imprenditoriali e mortifica le iniziative di mercato e degli imprenditori che debbono soggiacere a norme diverse regione per regione. Norme che molte volte nascondono solo interessi inconfessabili del potere politico o della burocrazia».

Portalupi non ha dubbi: «Il fine di questa banale campagna è di recuperare l’immagine dopo gli scandali che hanno colpito il Governatore , la Lega e la maggioranza che governa la Lombardia. Per questa ragione non andare al voto è una risposta di buon senso e una scelta politica».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Ottobre 2017
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