Autonomia, due regioni al voto

Referendum in Lombardia e Veneto. Consultazione storica nella nostra regione: esordisce il voto elettronico. Assistenti digitali ai seggi

Seggi aperti in Lombardia e Veneto nella giornata di oggi, 22 ottobre, per due referendum regionali che vertono sull’autonomia.

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Si può votare dalle 7 alle 23, ed è un evento storico quello che sta avvenendo nella nostra regione: in Italia per la prima volta si vota con un sistema elettronico: la scheda cartacea è infatti sostituita da tablet sul quale si può votare sì, no o scheda bianca.

Nel quesito si chiede all’elettore se è favorevole all’avvio di una trattativa con il governo per trasferire alla Lombardia le 20 competenze concorrenti e le tre negoziabili previste dalla Costituzione e le relative risorse. In Lombardia non è previsto un quorum.

12 MILIONI AL VOTO – Al voto sono chiamati complessivamente quasi 12 milioni di persone: 7,9 milioni di elettori lombardi e poco più di 4 milioni di veneti.

IL QUESITO IN LOMBARDIA – In Lombardia il quesito è: “Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”.

LE POSSIBILITA’ DI VOTO – Tre le possibilità di voto: sì, no o scheda bianca. In caso di errore, l’elettore avrà la possibilità di modificare la scelta, ma solo una volta. In tutto sono 24.700 le voting machine distribuite nelle 9.224 sezioni della Lombardia. A vigilare sul loro funzionamento sono previsti 6.700 “assistenti digitali” incaricati dalla Smartmatic, la società olandese che ha vinto il bando regionale per l’e-voting. Per evitare il rischio di attacchi informatici o blackout, i tablet non saranno collegati a Internet né alla corrente elettrica.

COSA SUCCEDE DOPO IL VOTO – I referendum non sono vincolanti. Se vince il Sì, le Regioni potrebbero chiedere al governo centrale di avviare una trattativa per ottenere maggiori competenze nelle venti materie concorrenti (tra queste spiccano il coordinamento della finanza pubblica e tributario, lavoro, energia, infrastrutture e protezione civile) e in tre esclusive dello Stato: giustizia di pace, istruzione e tutela dell’ambiente e dei beni culturali. L’intesa tra lo Stato e la Regione interessata dovrà poi concretizzarsi in una proposta di legge che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere.

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AL SEGGIO – Alcuni dei “ferri del mestiere” di segretario, presidente e scrutatori di seggio rimangono;, come l’elenco dei votanti, che rimane cartaceo. Ancora “analogici” alcuni degli oggetti in dotazione vedi lo spago, e la matita aa due colori, rossa e blu, e la colla. Manca, però, la “mitica” matita copiativa, quella che il presidente di seggio chiedeva indietro ogni volta che veniva decretato il voto e che la scheda elettorale finiva in un’altra grande assente di questa consultazione: l’urna.
Al termine delle votazioni, a seggi chiusi, non ci sarà più la corsa per il computo dei voti e la chiusura dei sacchi contenenti le schede, ma verrà portata via dalla polizia locale la sola memoria degli apparati contenente il voto degli elettori.
Qualche perplessità la si è avvertita soprattutto da parte degli elettri più anziani che sono stati istruiti dal punto di vista tecnico su come esprimere il voto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Ottobre 2017
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Mentre il mio dito premeva o come si dice oggi “tappava” il tecnologico tablet ho pensato ai miliardi divulgati alla Banca del Mezzogiorno, ai forestali calabresi e a molte altre storture inique di questo paese “unito” solo quando conviene a qualcuno.

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