D’Alema: “Ora che gli italiani conoscono Renzi, non lo votano”

Da Massimo D'Alema battute a raffica contro l'ex premier, tra le risate del pubblico di Mdp. Sulle alleanze del presente, sminuisce e deride Pisapia

mdp d'alema

Per chi segue Massimo D’Alema da anni, può essere spiazzante sentirgli dire che la sinistra non pensa più ai poveri, o che il Pd sostiene i padroni ed è duramente ostile agli operai. Ma tant’è, perchè D’Alema è comunque sempre lui, quando si tratta di entrare nel vivo della lotta politica usando la sua arma migliore, il sarcasmo, l’ironia, a tratti travolgente; humour mischiato a una dosa di cattiveria che potremmo quantificare in Q.B. (quanto basta), come nelle ricette ben riuscite. Già, perché il mix funziona, tanto da suscitare a più riprese applausi e risate tra il pubblico di Mdp, il movimento nato dalla scissione del Pd in cui oggi milita l’ex leader del Pds.

Intervistato dal giornalista de La Prealpina Gianfranco Giuliani, D’Alema si è acceso come un falò quando ha parlato di Matteo Renzi, stuzzicato dall’idea di riempirlo di battute (e bisogna ammettere che erano quasi tutte divertenti, seppure un po’ esagerate): “Renzi é entrato in politica dicendo che voleva rottamare i politici come me. Diciamo che sono stato provocato, ecco, almeno questo concedetemelo…merito almeno un’attenuante e direi anche specifica, non generica”. “Mi scusi – ha poi detto all’intervistatore – se Renzi fosse entrato in politica dicendo che voleva rottamare il direttore de La Prealpina, forse, anche lei, non avrebbe provato per lui un afflato di simpatia, o no?”. D’Alema ha però anche aggiunto che, pur senza negare il suo astio per Renzi,  egli rimane sempre un uomo politico e come tale, in futuro, farà sempre prevalere l’interesse del paese alle sue simpatie o antipatie personali.

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“Gli italiani non conoscevano Renzi – ha morsicato il rivale in un altro passaggio –  hanno pensato che era arrivata una speranza e l’hanno votato. Poi, lo hanno conosciuto…e non lo hanno votato più. Beh, era meglio se rimaneva uno sconosciuto” ha detto ancora sornione, tra le risate generali.

L’ex segretario dei Ds ha affermato, tra le altre cose, che Renzi non ha vinto più nulla e ha persino rivolto i suoi complimenti al sindaco di Varese Davide Galimberti, presente in sala, perché almeno lui a Varese ha vinto quando già Renzi era in declino.

D’Alema è apparso davvero a suo agio nel parlare (male) dell’ex premier ed è stato persino un po’ scanzonato nelle sue critiche. Mentre sul tema del giorno, la rottura con Giuliano Pisapia nel percorso per la formazione di una sinistra unita, si è fatto più serioso. E ha velatamente accusato il sindaco di Milano di essere incoerente e inconsistente.

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“Pisapia disse che se il Pd avesse votato la nuova legge elettorale, egli avrebbe presentato candidati alternativi in tutti i collegi. La verità è che non ci sono le condizioni, oggi, per un accordo politico ed elettorale con il Pd, ed è stato lo stesso Pisapia a dirlo. Solo che se lo affermo io, che per la stampa sono cattivo, passo per quello spigoloso; se lo dice Pisapia, che è buono, allora viene considerato uno morbido. Forse – ha aggiunto con un pizzico di vanità – il punto è che se io dico una cosa, si ha paura che poi la faccia. Mentre se la dicono altri, beh, si sa che non accade nulla”.

E infine: “Penso che con Pisapia ci rivedremo, in fondo abbiamo lo stesso obiettivo: ricostruire il centrosinistra sulla base di una netta e chiara discontinuità di contenuti e di leadership, come ha detto lui stesso, perché questa è una sua citazione testuale”. Senza dimenticare che anche ai giornalisti ha riservato un po’ di critiche piccanti: “I giornali non li legge più nessuno, sono del tutto ininfluenti”.

L’incontro, alla sala Montanari di Varese, è stato aperto dal coordinatore provinciale di Mdp Fabrizio Taricco.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 09 Ottobre 2017
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  1. Avatar
    Scritto da lenny54

    Quindi sull’onda di Berlusconi e Grillo, la politica e’ diventata l’arte delle battute e dell’ironia, praticamente un cabaret!No, D’Alema preferisco ricordarlo nella foto in posa alla scrivania come uno scolaro con la penna in mano e dove si lavorava alle riforme della famosa Bicamerale con Berlusconi. Se non erro era il 1997; mister B. butto’ tutto all’aria e da allora D’Alema e’ cambiato. In peggio. Ce ne faremo una ragione.

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